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Caldarola: «Sull’articolo 18 il premier ha vinto, ma per risollevarci serve ben altro»

L’ex direttore dell’Unità: “Non ci sarà nessuna battaglia campale, semmai una fastidiosa guerriglia parlamentare”

«Un dibattito surreale, quello sull'articolo 18. Non ci sarà nessuna battaglia campale, semmai una fastidiosa guerriglia parlamentare». Peppino Caldarola, l'ex direttore de L'Unità che è stato anche deputato dell'Ulivo, si sbilancia in un pronostico. E, malgrado gli strali lanciati in queste ore da Massimo D'Alema all'indirizzo del premier-segretario, il giornalista pugliese esclama: «Credo proprio che Matteo Renzi questa blitzkrieg, questa guerra-lampo, l'abbia già vinta».

EPPURE, QUALCUNO SOSTIENE CHE SULLA RIFORMA DEL LAVORO IL GOVERNO NON HA PIÙ MAGGIORANZA IN SENATO. SOLO PROFEZIE DI «GUFI E ROSICONI»?

«Vedo, innanzitutto, che l'atteggiamento di altri gruppi parlamentari è più disponibile. La minoranza Pd, peraltro, dovrebbe assumersi la responsabilità di far cadere il governo con tutte le conseguenze del caso. Compreso le elezioni anticipate. E, poi, non siamo più nel 2002...».

CIOÈ?

«Nel 2002 Sergio Cofferati (allora segretario generale della Cgil, ndr) lanciò la grande battaglia contro la modifica dell'articolo 18. Per tante ragioni, tra cui l'approfondirsi della crisi, oggi quel tema interessa soltanto una parte degli italiani. Non tutti. Da ultimo, poi, un pezzo di minoranza Pd fatta da ex dirigenti Ds sa perfettamente come proprio quella norma fu oggetto di uno scontro molto forte fra Cofferati e Massimo D'Alema».

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