PALERMO. Battaglie senza fronti contro nemici che possono colpire alle spalle. Rispetto alla storiche strategie di attacco e difesa, la guerra contro il terrorismo islamico sta evidenziando una inedita destrutturazione, anche tecnologica, delle possibilità di colpire le basi di un sedicente califfato spalmato su tre continenti e contemporaneamente sta mettendo a dura prova la capacità di individuare e impedire attentati. «Abbiamo di fronte nemici spietati, fanatici. Serve la massima allerta per l'innalzamento del livello di attacco del terrorismo islamico» avverte Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trieste. Secondo Paniccia abbiamo di fronte una generazione che rappresenta la mutazione genetica del terrorimo islamico «Hanno studiato - spiega l'esperto di strategia militare - nelle università occidentali e non solo nelle scuole coraniche ed utilizzano metodologie comunicative del tutto nuove, sofisticate. Basti vedere l’altissima qualità dei drammatici video che diffondono. Dietro a tutto questo c’è uno studio accurato che evidentemente non può fare solo riferimento alle mere capacità dello Stato Islamico». OBAMA NON L'HA DETTO, MA DOVE INTENDONO COLPIRE I TAGLIAGOLE DELL'ISIS? «Dalle informazioni in possesso della coalizione, i terroristi islamici intendono colpire duramente gli Stati Uniti a New York, nei paesi Arabi il grattacielo Burj Khalifa a Dubai, in Libano a Beirut,in Giordania ad Amman e in Europa a Parigi e a Roma. Per l'intelligence Usa tra gli obiettivi protrebbero esserci anche le metropolitane». L'INTERVISTA INTEGRALE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA