Una legge statale del 1992, la numero 104, ha introdotto princìpi fondamentali per l’assistenza delle persone con handicap. Tali sono definiti dalla legge quanti vedano ridotta «l'autonomia personale… in modo da rendere necessario un intervento assistenziale, permanente, continuativo e globale». Una scelta di civiltà si direbbe, se l’abuso non fosse diventato una costante.
L’uso smodato, praticato all’ombra di questa pur fondamentale norma, ha raggiunto in Sicilia vette impensabili. Lo testimoniano numerosi episodi di cronaca, a volte anche nera. L’ultimo, denunciato dalla Procura di Agrigento, ha messo in luce, stando alle accuse, una serie di abusi consumati sulle spalle degli altri ignari cittadini e per cifre così modeste da risultare imbarazzanti.
Non è che la gravità della corruzione debba necessariamente essere correlata al prezzo preteso, ma certo colpisce che crimini socialmente tanto odiosi siano stati trattati alla stregua di una banale multa per divieto di sosta di cui si chiede l’annullamento. E colpisce ancor di più che tra gli incriminati e posti in stato di detenzione ci siano addirittura dei medici che, ove il reato fosse comprovato e dimostrato, hanno buttato alle ortiche la propria etica professionale per un pugno di euro.
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