Il dossier sulle partecipate della Regione comincia a rilasciare il suo contenuto di scandali. Organici gonfiati, affitti d’oro, profumate consulenze pagate da aziende in liquidazione, procedure concorsuali senza fine. Come sempre accade quando la lama dei controlli scalfisce la superficie, emergono casi di malaffare, di corruzione, di inefficienza.
Non vogliamo nemmeno pensare a che cosa accadrà il giorno in cui il bisturi non si limiterà a scandagliare la periferia dell’amministrazione ma arriverà al cuore degli assessorati e degli uffici centrali. Ma quello che desta più scandalo è il silenzio della politica. L’indagine sulle partecipate sta facendo emergere situazioni assolutamente inaccettabili. Eppure nessuno parla: i partiti tacciono, l’opposizione non protesta, le anime belle sempre accigliate quando si tratta di tutelare i beni comuni questa volta hanno rotto le corde vocali. Una tendenza all’assuefazione che rappresenta l’alibi migliore per la corruzione. Solo Maurizio Bernava, segretario della Cisl, fa sentire la sua voce chiedendo che la politica agisca rapidamente senza aspettare i tempi della magistratura. Un’esigenza già rilevata su queste colonne ma rimasta, purtroppo, semplice testimonianza. La politica si guarda bene dall’intervenire. Da nessuna parte si leva un grido di autentica protesta per quanto accade. Silenzi non certo frutto di distrazione. Viene il sospetto che ci sia la volontà di non aprire un fronte dove tutti i partiti, sia di maggioranza sia di opposizione, verrebbero fatti a pezzi. Meglio litigare sul rimpasto in giunta prendendo spunto dal fallimento del Piano Giovani. Mai come in questo momento la politica appare lontana dalle cose e dai problemi. Vorremmo capire una cosa: quale sarebbe lo scopo dell’eventuale rimpasto? Nessuno vuole difendere l’attuale giunta. Siamo ben certi di non essere in presenza del migliore dei governi possibili. Ma che garanzie ci sono che il prossimo costituirebbe un salto di qualità? Su quale programma andrebbe a formarsi? Ci permettiamo di fare da suggeritori. Cominciamo proprio dallo scandalo delle trentadue partecipate: l’impegno della nuova giunta sia quello di andare fino in fondo. Potrebbe essere un inizio sicuramente importante.
I nuovi assessori dovrebbero impegnarsi nella individuazione delle responsabilità e nella costruzione delle procedure migliori per impedire in futuro altre ferite del genere. Sarebbe sicuramente un gran passo avanti sulla strada del buon governo e della trasparenza. Ma purtroppo sembra che la politica siciliana sia ormai troppo lontana dalla realtà per occuparsi di fatti concreti. Il suo solo problema sono le poltrone e il potere. E gli scandali sono senza fine...
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