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Terrorismo, scelte sbagliate e troppe esitazioni: l’Occidente si trova in un nuovo incubo

Ogni pazienza ha un limite. Ogni tolleranza, anche quella apparente di chi si sforza di guardare lontano. Anche quella di un uomo fin troppo riflessivo come Barack Obama. La barbarie dell'assassinio di James Foley ha spinto, forse costretto, l'uomo della Casa Bianca a cedere all'indignazione e a sotterrare l'ascia di guerra. E non soltanto a parole, anche se le parole sono state forse le più dure pronunciate dal pulpito di un premio Nobel per la pace. «Sono degli assassini e dei codardi, corrono di villaggio in villaggio facendo strage di innocenti, rapiscono donne e bambini, li torturano, li stuprano, li vendono sul mercato degli schiavi. Hanno assassinato dei musulmani a migliaia, ora prendono di mira i cristiani e le minoranze religiose spinti soltanto dall'odio. Non possiamo non reagire». E la risposta è già venuta, sia dall'aria con i bombardamenti delle posizioni dei seguaci del Califfato sia anche, pur con meno fortuna, in terra.

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