PALERMO. Una delle malattie infettive più aggressive e di lunga incubazione, il virus Ebola che dal 1976, quando è stato isolato, ha ucciso 932 persone in pochi giorni con febbri emorragiche, una potenzialità mortale fra il 50 e il 90 per cento in base ai diversi ceppi che circolano. Circoscritto finora in Africa occidentale (Sierra Leone, Guinea, Liberia, ma sono stati registrati alcuni decessi anche in Nigeria) Ebola si presenta per la prima volta in Europa con un paio di casi che fanno allarme. Pochi giorni fa un missionario spagnolo di 75 anni contagiato dal micidiale virus arriva a Madrid con un volo speciale e viene ricoverato in un centro attrezzato, trasportato su una barella predisposta viene preso in consegna da medici con tute protettive. È Il primo alieno Ebola in Europa. E mentre arriva l'allarme di Medici senza frontiere, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara l'emergenza salute pubblica di livello internazionale. L'epidemia di Ebola in corso in Africa Occidentale viene definita la peggiore che si sia avuta in quarant'anni, «è indispensabile uno sforzo coordinato a livello internazionale per fermare la diffusione del virus», queste le direttive Oms. I Paesi in cui si registrano casi dovranno effettuare controlli negli aeroporti, nei porti e nei valichi. Non sono necessarie per ora restrizioni internazionali ai viaggi per evitare contagi da ebola ma i Paesi dove l'epidemia è presente hanno l'obbligo di fare i test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita. L'Oms invita inoltre le compagnie aeree a non sospendere i voli nelle aree in crisi perché le misure in vigore sono sufficienti a garantire la sicurezza di passeggeri ed equipaggi. E anche la Commissione Ue attenua l'allarme: il rischio contagio in Europa è «estremamente basso». Ieri ancora un episodio che fa salire l'attenzione, una persona in quarantena in Canada, è un turista proveniente dalla Nigeria. È il grande allarme intorno ad Ebola, spesso circondato dall'epica dell'irrimediabile. Ma ecco chi è e come affrontarlo nelle parole degli esperti: «Ebola non è certamente la più fulminante ed oscura delle patologie - spiega la professoressa Lucina Titone, primario dell'unità operativa di Malattie infettive al Policlinico universitario Paolo Giaccone di Palermo - è un virus isolato da pochi decenni che ha finora contagiato nel mondo oltre 1.700 persone, 935 delle quali sono decedute. L'allarme si crea per la elevata contagiosità del virus ed è un problema sanitario internazionale, l'Oms sta mobilitando gli operatori nel tentativo di contenere l'espansione della malattia, di circoscrivere, anche se dagli Usa è arrivata una previsione abbastanza negativa: uno sbarco del virus Ebola viene considerato ”possibile”, una conseguenza inevitabile».
COMUNQUE NON È GIUSTIFICATO IL PANICO, LA PSICOSI, ANNULLARE LE PARTENZE, CAMBIARE ITINERARIO DELLE VACANZE...
«C'è un allerta internazionale da seguire con attenzione e deve essere applicato rigorosamente dalle autorità sanitarie e di sicurezza. Si potrebbe escludere per prudenza in questo periodo di viaggiare nei paesi storicamente colpiti dal virus, per il resto le norme prevedono ogni controllo necessario nei luoghi di sbarco e la circolazione dei passeggeri è monitorata».
È POSSIBILE CHE UN SOGGETTO PORTATORE DELLA MALATTIA IN INCUBAZIONE, VISTO CHE IL PERIODO DI INCUBAZIONE È MOLTO LUNGO, SUPERI I CONTROLLI E SBARCHI IN UN'ALTRA NAZIONE DOVE POI CONTAGIA LA MALATTIA?
«Il periodo di incubazione del virus è abbastanza lungo, una ventina di giorni, ma nel corso dell'incubazione la malattia non può essere contagiata. E quindi l'eventuale soggetto che porta la malattia in incubazione non può diffonderla, almeno fino quando la stessa malattia non viene diagnosticata dal medico ma a quel punto saranno scattate tutte le misure di sicurezza».
L'OPERAZIONE MARE NOSTRUM PUÒ ESSERE CONSIDERATA UN IPOTETICO VEICOLO DI PASSAGGIO PER IL VIRUS EBOLA?
«Si tratta di ipotesi del tutto immotivate, il contagio del virus Ebola avviene solo per contatto con persone malate e non con quelli che l'hanno in incubazione. Non passa per vie aeree ma avviene per contaminazioni attraverso fluidi e liquidi corporei. L'ipotesi che una persona in arrivo dall'Africa con il sistema degli sbarchi clandestini possa essere ammalato di Ebola in contumacia è possibile, ma in incubazione la malattia non si trasmette e quindi non esiste pericolo di contagio. I soggetti affetti da Ebola hanno sintomi dolorosi e palesi che vengono riconosciuti. Ma poiché tali sintomi sono in comune con altre malattie, va anche tenuto conto della provenienza dei soggetti, e la prima domanda da porsi è: sono stati nelle zone dell'Africa occidentale? Direi che con il sistema di allerta in corso è impossibile che il contagio possa passare».
SI CURA L'EBOLA?
«Non esiste finora un antivirale specifico, quando si ha l'Ebola non c'è rimedio. Comunque ci sono forme più o meno gravi, si procede con l'idratazione, con il plasma, chi non muore è immunologicamente più resistente».
E IL SIERO SEGRETO DI CUI SI PARLA?
«Si sta sperimentando sugli animali, gli Usa lo hanno per la prima volta utilizzato su due soggetti che si erano infettati in Liberia, il primo esperimento sull'uomo è avvenuto ad Atlanta. In questa fase comunque l'obiettivo primario della comunità sanitaria è quello di circoscrivere e in questa ottica i controlli su tutti i mezzi di comunicazione sono rigidi, vengono anche effettuati in mare a bordo delle navi e se ci sono dubbi il passeggero non scende».