Niente da fare. L’alta burocrazia della Regione riesce per ora a evitare i tagli degli stipendi d’oro. La riduzione della busta paga è stata decisa dalla giunta Crocetta seguendo l’esempio di Renzi che già da mesi ha introdotto un tetto preciso: nessun funzionario dello Stato può guadagnare più del presidente della Repubblica (248 mila euro). Il taglio di Crocetta è stato più severo: nessun dipendente della Regione può avere un salario maggiore di 160 mila euro. I dirigenti coinvolti non sono molti e, a quanto risulta, in gran parte vicini alla pensione. Ma sarebbe un bel segnale, in tempi di crisi. Ogni resistenza, invece, sarebbe tanto più odiosa perché in questo momento è tutto il Paese che viene chiamato a fare dei sacrifici.
Soprattutto in Sicilia dove, secondo l’Istat, un terzo delle famiglie danza sul filo della povertà.
Sarebbe opportuno che proprio dalla classe dirigente venisse il buon esempio. Non per pauperismo, ma come simbolo di solidarietà. Invece finora non si è passati dalle parole ai fatti concreti.
Il taglio è stato deciso e la riduzione doveva essere operata sulla busta paga di luglio.
Ma gli uffici hanno rinviato per problemi burocratici. Si aspetta un parere dell'Avvocatura dello Stato.
Tutto lecito. Ma noi pensiamo che sia giunta l’ora di dare un bel taglio a questo indecoroso balletto di carte e pareri. Si invoca il "diritto" per far andare le cose storte.