Incompiute e corruzione, le due facce dello stesso scandalo. «Sempre spreco di denaro pubblico», esclama Nicola Porro, vicedirettore del quotidiano «Il Giornale» e conduttore di «Virus. Il contagio delle idee» su Rai 2. Solo un esempio di cortocircuito degli appalti lo scandalo «Mose» di Venezia, per cui oggi la Camera dovrà votare l’autorizzazione all’arresto di Giancarlo Galan. E Porro commenta: «Le mazzette vanno condannate in ogni caso, ma qui il problema è che passano le tangenti e non vengono neppure finite le opere!».
Malaburocrazia e malapolitica si alimentano di lavori pubblici, eppure rischiamo di dover restituire all'Unione Europea oltre 5 miliardi di fondi per mancanza di progetti. Un paradosso?
«Fino a un certo punto. Perché è abbastanza ridicolo questo sistema per il quale vengono presi soldi ai contribuenti italiani e buttati in una specie di calderone comunitario. Da lì, poi, tornano sotto controllo italiano dopo essere stati sotto quello europeo. In sintesi, esiste un’intermediazione politico-burocratica del denaro dei cittadini caratterizzata da decine di passaggi. E questo è un male. Guardiamo sempre al dito, dimenticando la luna: certi vincoli all’interno dell’Unione, oggi, sono davvero superati».
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