L’invasione continua. Anche in queste ore migliaia di clandestini stanno arrivando in Sicilia. Moltissimi altri si aggiungeranno nei prossimi mesi trasformando l’esodo in un autentico assalto all’Isola. Le politiche adottate fino a questo momento saranno anche gradite alle anime belle e agli eredi di antiche ideologie terzomondiste. Resta il fatto che sono sciagurate. I numeri parlano chiaro: i 43 mila arrivi del 2013 rappresentano il 70% degli immigrati giunti in Europa via mare e sono il 224% in più di quelli sbarcati nel 2012. Nel 2014 abbiamo già superato queste cifre totali. L’estate si annuncia molto calda sotto questo profilo. L’operazione Mare Nostrum è costosa (dieci milioni al mese) e sbagliata. Doveva impedire incidenti: in realtà serve solo a rendere più sicuri, e quindi più lucrosi, i traffici dei mercanti di vite umane. Con l’abolizione del reato di emigrazione clandestina l’Italia ha spalancato le porte ai clandestini di ogni provenienza. Che grande favore è stato fatto ai trafficanti di uomini. Nessun altro Paese al mondo è così generoso. È un lusso che non possiamo permetterci. Non siamo in grado di gestire un afflusso di queste dimensioni. Non è nemmeno un problema di attrezzature. Non c’è possibilità di garantire livelli accettabili di accoglienza visto il ritmo degli sbarchi.
E l’Europa? Ovviamente sta a guardare. Oscilla fra la solidarietà ipocrita in occasione di qualche tragedia al rigore più assoluto. Per esempio quando minaccia la procedura d’infrazione perché l’Italia non garantisce un adeguato standard di accoglienza. Come se fosse possibile offrire tappeti rossi e alberghi a cinque stelle a un esodo di queste dimensioni. Sarà opportuno che l’occasione del semestre di presidenza italiana della Ue venga sfruttata per trovare una soluzione. Bisogna evitare che i clandestini lascino i Paesi d’origine. Per riuscirci c’è un solo sistema: accordarsi con i governi locali. Esattamente come aveva fatto l’Italia con l’Albania e poi con la Libia fino a Gheddafi. Certo, oggi le condizioni della sponda sud del Mediterraneo sono enormemente deteriorate. Non è una buona ragione. L’accordo va cercato con chi c’è e finché c’è. È un compito che dovrebbe svolgere Catherine Ashton, in quanto ministro degli esteri della Ue. Finora però la nobildonna britannica si è fatta notare soprattutto per i suoi silenzi.
Altrettanto taciturni risultavano ieri Renzi e Alfano. Dobbiamo sperare che sia prudenza in attesa di elaborare una proposta forte. Altrimenti le loro bocche cucite preoccupano. Davanti all'invasione.
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