Martedì 26 Novembre 2024

Questa Sicilia sempre più stanca

In queste elezioni per l’Europarlamento emerge già un primo elemento significativo: la scarsa affluenza alle urne in Sicilia, Un record negativo. Un sintomo della stanchezza profonda che attraversa l’Isola e della delusione verso una classe politica incapace di dare risposte alla crisi che sta rendendo la regione sempre più povera. Che l’Europa non fosse un tema capace di scaldare il cuore dell’elettorato nella nostra Isola era noto da tempo.
Una così scarsa partecipazione al voto (proprio nella tornata che, invece, vede un ritorno dell’affluenza più alta in molti Paesi e tra questi Gran Bretagna e Spagna) pone un problema grave per la democrazia. Se gli elettori rifiutano le urne vuol dire che il principio stesso della volontà popolare perde significato. Tanto più se passa l’equazione dell’inutilità del voto per una istituzione come l’Europarlamento che, invece, dovrebbe essere la massima espressione dell’integrazione fra i ventotto Paesi e i 500 milioni di cittadini che costituiscono l’Unione Europea.
È di tutta evidenza che c’è un problema e a causarlo è stata la politica. Se il consumatore-elettore è sempre meno interessato al prodotto-Europa è chiaro che la colpa non è sua ma del fabbricante che, evidentemente, ha messo sul mercato del consenso un pacchetto di proposte poco appetibile. Errore tanto più grave visto che, invece, il contenuto della confezione è di gran qualità. Il prodotto è buono ma è stato presentato male. Quindi è la politica che ha sbagliato il messaggio. Vedremo poi, con i risultati elettorali definitivi, dove è stato commesso l’errore e come sarà possibile rimediare. Per il momento possiamo già dire che il distacco della politica dai cittadini è notevole. In Sicilia più che altrove. Un solco tanto più preoccupante perché a queste elezioni si votava con il sistema proporzionale e con le preferenze. È la combinazione che i partiti preferiscono per scatenare tutta la loro potente macchina elettorale. Sono occasioni che servono a determinare gli equilibri interni alle singole forze politiche e a misurare la potenza elettorale dei singoli candidati e degli apparati che li sostengono. In base a questa lettura il verdetto che arriva dalla Sicilia è desolante: nell’Isola i partiti non toccano più palla, il loro rapporto con il territorio è completamente saltato. Gli elettori non sentono più il richiamo della politica e i leader hanno perso i riferimenti sulla comunità dei cittadini. Un segnale tanto più grave perché già i sintomi della disaffezione al voto erano emersi palesi nelle precedenti tornate elettorali. Qualcuno si era illuso che queste tensioni avrebbero trovato una risposta. Il dato sull’affluenza alle urne dimostra che non è successo e chissà quando succederà.

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