Martedì 26 Novembre 2024

Sallusti: «Le elezioni sono più vicine il governo non durerà»

Per il governo è cominciato il conto alla rovescia. «Le elezioni sono sempre più vicine e Letta non può fare nulla per fermarle» dice Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale.

PERCHÉ DIRETTORE? «Il segretario Pd ha messo sul tavolo tre proposte per la riforma elettorale. In un mese - ha detto - una di queste può andare in porto con l'aiuto di chi ci sta. Possibile lettura non autorizzata ma verosimile: entro un mese voglio sciogliere il Parlamento e andare a votare con me candidato premier».

E LETTA? «Poveraccio, è completamente tagliato fuori dalla trattativa e lo scudo del Quirinale, suo grande e unico sponsor, non sembra più impenetrabile. Nella sua operazione Renzi cerca, e trova, sponda in Berlusconi, che sull'argomento ormai è esplicito: ci sto - ha commentato - se è certo che a maggio si va a votare oltre che per le europee anche per le politiche. Grillo fa il Grillo: ufficialmente sbraita e insulta Renzi, dietro le quinte studia la pratica e non chiude completamente la porta della trattativa ufficiosa».
RESTA L'INCOGNITA ALFANO. FORSE PIÙ DI LETTA VUOLE RINVIARE IL VOTO: CHE STRUMENTI HA IN MANO PER EVITARLE?
«Nessuno. Oltre alla legge elettorale, le altre condizioni che Renzi ha posto (fine della legge Bossi-Fini sull'immigrazione e nuova legge sulle unioni civili) sono per il partitino cattolico di Alfano (e di Lupi, e di Formigoni, e di Giovanardi) irricevibili. Un affronto talmente smaccato da sembrare un ceffone. Come dire: tu Alfano non conti niente, reagisci se hai coraggio. E in effetti, per il momento, il Nuovo Centro Destra ha incassato senza battere ciglio, segno di grande debolezza e segno della paura che anche un piccolo incidente possa fare precipitare l'assurda alleanza con la sinistra. E a quel punto addio alle poltrone di governo. Meglio volare bassi e non infastidire il manovratore Renzi».

NON È LA PRIMA VOLTA CHE IL PD E BERLUSCONI DIALOGANO PER DARE UNA STRATEGIA AL PAESE. SEMPRE CON ESITI MODESTI. E ORA? «C'è da augurarsi che Renzi e Berlusconi trovino velocemente l'accordo sulla legge elettorale, così queste alchimie politiche partorite a tavolino verranno spazzate via. Governerà chi vincerà le elezioni, non Napolitano, non un partitino del 3 per cento. Dopo anni di abusivi non sarà roba di poco conto».

È POSSIBILE CHE ALFANO, VISTE LE DIFFICOLTÀ, TORNI A RIFUGIARSI SOTTO L'OMBRELLO DEL CAVALIERE? «Se non vogliono passare alla storia come i fessi che più fessi non si può, Alfano e i suoi hanno l'occasione della vita per riscattare il tradimento e rientrare in gioco. Facciano loro la prima mossa, tolgano l'inutile appoggio al governo della sinistra senza aspettare che sia Renzi a farlo».

DOVREBBERO SUICIDARE IL GOVERNO? «Che cos'ha da perdere? Se continua così farà la fine di Fini, nella migliore delle ipotesi quella di Monti. Cioè una brutta fine. Perché è chiaro che il cambiamento posto come condizione dal sindaco di Firenze prevede di isolare ancora di più, sia numericamente che politicamente, la componente alfaniana al governo. Del resto Renzi lo aveva detto già settimane fa: non si può governare con Formigoni e Giovanardi. Intendeva ovviamente dire: mai pari dignità con Alfano, nei confronti del quale - non è un segreto - non ha stima né rispetto».

E IL PATTO GENERAZIONALE CHE DOVEVA PORTARE I QUARANTENNI ALLA LEADERSHIP? «Mi preoccupa l'idea che la carta di identità sia diventata un lasciapassare in bianco per la gestione della cosa pubblica. Essere giovani è una stagione della vita interessante e invidiabile ma non garantisce capacità e neppure onestà. Luigi Lusi, tesoriere della Margherita, ha svuotato le casse del suo partito a 40 anni. E il suo collega Belsito ha sbancato la Lega più o meno alla stessa età. Franco Fiorito, detto er Batman, divideva allegramente i soldi pubblici coi compagni del consiglio regionale del Lazio già da trentenne. La Minetti è entrata in politica a 25 anni e sappiamo come è andata. I giovani grillini sono sbarcati in Parlamento sotto il comodo e capiente ombrello dell'ultra sessantenne Beppe Grillo. Quando se la sono dovuta giocare da soli in elezioni regionali o locali quasi nessuno ha superato l'esame».

LARGO AI GIOVANI È SEMPLICEMENTE UNO SLOGAN. UNO STRUMENTO DI LOTTA POLITICA E NIENT'ALTRO? «C'è giovane e giovane, così come ci sono anziani e anziani. Marco Pannella, a 83 anni, è ancora un gigante. Silvio Berlusconi, classe 1936, resta per gli italiani (lo dicono tutti i sondaggi) la carta più valida per guidare un centrodestra vincente. La Merkel in Germania è arrivata al potere passati i cinquanta e continuerà a esercitarlo, salvo imprevisti, fino alla soglia dei settanta. Letta mi è sembrato come quelle signorine che, non possedendo altre doti e capacità, esibiscono la propria giovinezza per sbaragliare la concorrenza matura e accalappiare il fesso di turno. Che in questo caso non è l'anziano "cumenda", ma saremmo noi italiani. Largo ai giovani? Sì, se mi abbassano le tasse e mi tolgono dall'oppressione dello Stato e dell'Europa. Altrimenti mille volte meglio un bel vecchietto liberale con palle e pelo sullo stomaco».
PREVISIONI PER IL 2014 APPENA INIZIATO?

«Spero che porti l'uscita di scena di Napolitano, la caduta del governo truffa Letta-Alfano e libere elezioni».

IL PRESIDENTE NAPOLITANO IN QUESTI ULTIMI DUE ANNI HA RAPPRESENTATO IL SOLO ELEMENTO DI STABILITÀ IN UN QUADRO POLITICO ALTRIMENTI AL NAUFRAGIO. NON È UN PO' TROPPO INGENEROSO IL SUO GIUDIZIO NEI CONFRONTI DEL QUIRINALE? «Come arbitro non è più credibile, l'Italia ha bisogno di tornare al più presto alle urne per avere un Parlamento legittimo e quindi un governo autorevole. Convoca ministri come se fosse un premier, modifica gli equilibri con la nomina di senatori a vita amici, lancia ogni giorno proclami da dittatore. Non vede che il Paese è allo stremo e che la colpa è solo sua, tante ne ha fatte a partire dallo sciagurato blitz che portò all'insediamento del governo Monti (oggi il partito dell'ex premier è all'uno per cento). Qualcuno deve avere il coraggio di dirglielo: presidente, liberi l'Italia dalla sua presenza ai vertici dello Stato. Lo faccia, si ritiri. Ha l'età per farlo senza drammi».

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