Il rigore è arrivato anche nella sanità. Qualche spreco e, soprattutto, qualche furto è stato scoperto e punito. Gli ultimatum lanciati dal presidente della Regione Crocetta e dall'assessore Borsellino cominciano a fare effetto. Sanzionati, con un taglio alla busta paga, numerosi medici troppo generosi nelle prescrizioni di medicinali in ricetta. Inoltre, nel corso della trasmissione di ieri di Ditelo a Rgs, è emerso un altro intervento di bonifica. Sono stati multati i pazienti che prenotavano la visita ospedaliera senza poi presentarsi. È venuto fuori che in molti riservano le visite in diversi ambulatori pubblici cercando quello con la lista d'attesa più corta. Peccato che, nel frattempo, dimenticano di annullare le precedenti con il risultato di creare code artificiali a danno degli altri malati. I due interventi dimostrano che gli sprechi nella sanità sono numerosi e si annidano negli angoli più impensabili. Ma confermano anche l'esistenza di furti. Alcune considerazioni a questo punto si impongono. La prima è rivolta alle anime belle che si oppongono a ogni taglio nella sanità in nome del supremo interesse alla cura della salute. Avranno adesso la dimostrazione che, spesso, le loro battaglie umanitarie vengono utilizzate per coprire il malaffare. Come si vede, si può risparmiare senza intaccare la qualità del servizio. Casomai impedendo illeciti arricchimenti. Una lezione che, partendo dalla Sicilia, può diventare utile al resto del Paese. Dovrebbe ascoltarla Carlo Cottarelli, il commissario incaricato della revisione della spesa pubblica, per capire che non ci sono solo uscite superflue da annullare, ma anche furti da combattere. Quanto sia diffuso il fenomeno si è visto a Palermo. È bastato che la Asp riesaminasse le gare d'appalto già bandite per ottenere risparmi anche del 50%. Per anni si è parlato di costi standard che dovrebbero consentire abbattimenti di spesa per un centinaio di milioni. Pochi risultati: la stessa siringa continua ad avere un prezzo molto ballerino: qualche centesimo in Emilia Romagna e in Veneto. Più del doppio o il triplo nelle Regioni meridionali. Quello che serve nella sanità non è solo la scure. Molto utile anche il bisturi. Non è sufficiente colpire i grandi abusi. Bisogna scendere in profondità per smantellare le piccole ruberie. Magari da sole valgono qualche spicciolo. Tutte insieme ammontano a diversi milioni di euro, che finiscono a carico dei contribuenti.