di NINO SUNSERI
Qualche segnale positivo sta arrivando sui due principali centri di spesa della Regione: la sanità e la formazione. Due segnali che lasciano sperare in una inversione di tendenza. Per il momento siamo ancora allo stato embrionale. Ma proprio per questo è necessario insistere. Per quanto riguarda la sanità c’è un primo piano di bonifica sul 118 che, per anni, ha rappresentato una riserva di caccia per le clientele più spudorate. L’assessorato ha annunciato un piano che dovrebbe ridurre le spese e gli sprechi. Ancora più incisivo il bisturi che si abbatterà sugli ospedali e sulle cliniche seguendo il dettato del decreto emanato l’anno scorso dal ministro Balduzzi. Verranno ridotti i posti letto e, in prospettiva, è immaginabile la revisione delle convenzioni con le case di cura private.
Sulla formazione c’è stato il taglio degli enti e la focalizzazione dei corsi verso didattiche più moderne e attinenti alle necessità del mercato del lavoro. Inoltre le nuove regole impongono più controlli e diminuiscono i contributi agli enti e i compensi agli alunni.
Avranno successo queste iniziative? Lo speriamo sinceramente. Più ancora di noi dovrebbe crederci la classe politica, se vuole veramente ricostituire un rapporto di fiducia tra i cittadini e l’istituzione regionale. Un rispetto che, abbiamo visto, ultimamente è molto compromesso.
Bisogna dimostrare che sulla sanità è possibile coniugare rigore dei conti con la qualità del servizio. Bisogna dire basta con le solite lamentele sulla macelleria sociale che servono unicamente a coprire sprechi e dissipazioni. Non serve spendere di più, serve spendere meglio.
Discorso analogo con la formazione. Un baraccone clientelare di cui finalmente è cominciata la bonifica. I corsi vanno riprogrammati. Ci saranno degli esuberi? È possibile. Nessuno chiede di affamare la gente. Casomai di lasciarli a casa pagando loro un sussidio. Sempre meglio che dover sopportare i costi generali di inutili iniziative. Quelli che stiamo vedendo sono importanti passi avanti. Speriamo che la giunta abbia il coraggio di andare avanti. Non si può sbagliare.
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