Mercoledì 27 Novembre 2024

Interdizione a Berlusconi, e le riforme attendono...

Le riforme possono aspettare. A cominciare da quella della giustizia, più che mai urgente. Difficile, infatti, non concordare con Daniele Capezzone quando polemizza con il vice presidente del Csm Vietti: «Come mai - si chiede l’esponente del Pdl - la giustizia è velocissima solo quando si tratta di giudicare Silvio Berlusconi?». Un problema sollevato anche nell’intervista che pubblichiamo oggi a Peppino Caldarola, osservatore attento e non certo simpatizzante del Cavaliere.
A questo punto sono almeno tre le questioni su cui riflettere. La prima riguarda le patologie messe in luce anche dal Presidente Napolitano. E' necessario rimettere i paletti per evitare gli incroci fra magistratura e politica che hanno avvelenato la democrazia italiana negli ultimi vent'anni. Serve una riforma radicale che accorci i tempi dei processi, separi le carriere e porti ad un bilanciamento dei poteri fra accuse e difese. Tutti ritardi su cui l'Italia è già stata condannata in sede Ue.
La seconda questione riguarda l'atteggiamento dei partiti. Finora qualunque intervento era stato fermato dalla presenza divisiva di Silvio Berlusconi. Chi lo auspicava era considerato un complice di Berlusconi, chi lo ostacolava era un nemico. Mai nessuno, però, che si occupasse dei problemi dell'Italia. Eppure l'incertezza del diritto provocata proprio dai ritardi della giustizia è uno degli fattori che ostacola gli investimenti esteri nel nostro Paese. E mai come in questo momento ne avremmo bisogno visto il Pil che scende ancora dell'1,8%, la disoccupazione che è salita al 12,3% e la produzione industriale che negli anni della crisi è caduta del 25%.
Ultima considerazione. La liquidazione, per via giudiziaria, di vent'anni di berlusconismo apre una fase nuova. Secondo alcuni con il Cavaliere ancora presente in partita seppure sotto altre vesti: allenatore in tribuna, forse, essendo stato espulso dal campo. Per altri, invece, è il «game over», l'inizio di un nuovo confronto. Qualunque sia il destino personale del Cavaliere, è assolutamente indispensabile un cambio di passo da parte di tutte le forze politiche. Devono dimenticare Berlusconi e concentrarsi sui problemi veri del Paese che si chiamano riforme istituzionali, crisi economica, risanamento dei conti pubblici. E solo risultati su questo percorso potranno riavvicinare la politica alla gente. Continuando a mettere al centro Berlusconi, dando le spalle all'Italia, gli italiani daranno sempre più le spalle alla politica.

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