Ancora uno schiaffo. Una sconfitta che brucia e che apre sinistri presentimenti. Le schermaglie già ci sono state nel fine settimana, Bari rischia di diventare martedì l’ennesima ultima spiaggia.
Zamparini dice quello che pensiamo tutti: questo Palermo balbetta. Ma è il presidente di una squadra in cui lui personalmente ha scelto l’allenatore con il quale ha costruito l’organico. I suoi interventi servono solo a delegittimare il suo tecnico agli occhi dei giocatori. Un film già visto e che raramente ha portato al bene della squadra.
Stavolta, rispetto al passato, è quasi tutto nuovo e dunque per costruire servono i cosiddetti tempi tecnici. Se poi aggiungiamo che l’organico non è ben fatto, un po’ di autocritica non guasterebbe.
Gattuso, onestamente, si è espresso già in tal senso, riconoscendo alcuni errori di valutazione, ma siccome ha il coraggio delle sue azioni s’è messo a lavorare nella speranza che il bronzo si possa trasformare almeno in argento. Faccia lo stesso Zampa, portando la pazienza. Sostenga il suo tecnico nel difficile cammino di questo campionato cadetto se crede veramente che questa squadra sia forte.
Noi non ne siamo molto convinti perché se il Palermo stenta a trovare una sua identità è perché le pedine in base alle mosse che si fanno non sono evidentemente quelle giuste.
Un esempio su tutti: non c’è un giocatore a centrocampo in grado di fare un passaggio che non sia scontato. E’ antipatico guardare indietro, ma che abbia le caratteristiche di un Corini, di un Liverani. E’ un errore che si perpetua da tre anni al quale non si riesce a porre rimedio. Ma non manca solo il regista cosiddetto. Non c’è un giocatore nel reparto capace di inserirsi, alla Nocerino. Gattuso ci sta provando con Stevanovic, che è comunque un adattato.
E ci fermiamo qui perché solo se si risolve il problema nel cuore di una squadra, dove nasce il gioco, si potrà pensare realmente di guardare al futuro con fiducia.
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