Joseph Schumpeter nella sua «Teoria dello Sviluppo Economico» parla della «rottura creativa» come motore indispensabile della crescita. La distruzione degli equilibri esistenti genera spinte positive come premessa della crescita. Il moltiplicarsi delle denunce presentate dal presidente Crocetta, fin qui, ha declinato il paradigma schumpeteriano. Distruggendo la staticità del sistema della Formazione in Sicilia che, fin qui ha divorato risorse immense offrendo risultati meno che modesti. Adesso, però, aspettiamo la seconda fase. Quella della costruzione, quando l'economista di origine austriaca, gran nemico dei neoclassici, descrive l'imprenditore che, per tornare a crescere, cambia le modalità organizzative e, quando possibile, i prodotti.
Ecco, ora, aspettiamo Crocetta a questo secondo appuntamento. Ha fatto bene a mettere la dinamite sotto il carrozzone della Formazione. Che non servisse a nulla lo sapevamo bene. Che adottasse modelli didattici superati era ben noto. Che non avesse collegamenti con il mondo dell'impresa era sotto gli occhi di tutti. Nemmeno i furti stupiscono, essendo connaturati ad ambienti torbidi come gli enti convenzionati. Casomai sbalordisce il valore dell'ammanco.
È la dimostrazione che molte scuole intascavano i soldi senza nemmeno prendersi il disturbo di istituire i corsi, per quanto bislacchi e farlocchi fossero. Abbiamo visto, invece, che è possibile coniugare efficienza e risparmio. Lo dimostrano, ad esempio, gli appalti della Asp 6 nella sanità a Palermo. Aver rifatto la gara ha consentito un considerevole taglio dei costi. Ma ha dimostrato anche un'altra cosa: la bonifica è molto più rapida ed efficace se condotta direttamente dalla pubblica amministrazione. La potatura della spesa regionale deve quindi essere fatta dagli uffici ripristinando (o istituendo) un sistema efficace di controlli.
Sulla Formazione a questo punto ripetiamo: è meglio sbaraccare tutto il ciarpame concentrando le risorse su poche iniziative efficienti e, soprattutto, legate alle reali esigenze del mondo produttivo. E il personale in esubero? Per evitare la macelleria sociale di cui tanto si parla c'è un sistema. Lo stesso adottato, a suo tempo, per le miniere di zolfo. Furono chiuse e gli operai pagati regolarmente per stare a casa.
Almeno si risparmiava sulle spese generali: energia, trasporti, uffici e via elencando. Certo si tratta di una scelta radicale. Per adottarle servirebbe un quadro politico forte. Invece si vede il contrario. Una controdanza di incontri, vertici, dichiarazioni per arrivare al rimpasto in giunta. Nessuno scandalo fino a quando l'esercizio dura poco visto che, comunque, i ritualismi della democrazia fanno parte della liturgia. Sarebbe opportuno, però, fare presto. E soprattutto che sul tavolo non ci fossero solo gli uomini e la loro collocazione presente e futura. Casomai i programmi. E che si pensasse un po' più alla gente e un po' meno ai partiti.