Ieri mattina sono stato a scuola a Borgonuovo, all'istituto «F. Raciti», dove ho incontrato i ragazzi e le ragazze, gli insegnanti. Ragazzi straordinari e insegnanti eccezionali. Mi ha colpito la coscienza civile e sociale di quei ragazzi che di fronte al ragionamento che io ho fatto sui diritti e doveri, dicendo loro che i diritti sono importanti ma che sono altrettanto importanti i doveri perché questi sono i diritti degli altri. I ragazzi mi hanno posto una serie di questioni, non sapevano del mio arrivo, tutto si è svolto senza mediazioni e senza ragionamenti preconfezionati. Quando io ho chiesto loro quali fossero i problemi della Sicilia, hanno risposto «il lavoro» e poi, via via, si è parlato di sconfiggere il pizzo, chi ha parlato del femminicidio, chi della democrazia. Ho trovato una straordinaria consapevolezza in quei ragazzi e francamente non mi sono sorpreso, mi ha colpito il fatto che dopo averli salutati uno a uno stringendogli la mano, abbiano seguito in silenzio tutto il mio intervento e quando ho detto loro, forse sono stato lungo, hanno detto no. E poi li ho invitati dicendo che loro avrebbero fatto un bilancio delle cose dette e ci saremmo incontrati. È un incontro che mi ha caricato molto e mi ha dato le motivazioni per un maggiore impegno. Ragazze e ragazzi di tutta la Sicilia, è un impegno che dobbiamo condurre insieme, perché la società si cambia partendo dalla base e voi ragazzi siete pronti al cambiamento, perché siete le vittime principali di un sistema che ha prodotto non soltanto corruzione e paralisi dello sviluppo ma che ha prodotto migliaia di disoccupati e i giovani pagano il prezzo più alto. Siete vittime di un sistema che cerca di non prevedervi e noi dobbiamo cominciare partendo proprio dalla scuola che è officina, laboratorio, fabbrica che costruisce non il futuro ma il presente. Don Ciotti usa dire che è ipocrita dire che i giovani sono il futuro, i giovani sono il presente e quando noi non consideriamo i giovani il presente, è come se il mondo degli adulti non volesse assumersi le proprie responsabilità. Ragazze e ragazzi, io conto molto su di voi, conto che ci libereremo non solo dei modi di gestire la cosa pubblica ma che già da oggi sta scoppiando il cambiamento. Voi ne siete parte e mi piacerebbe molto condividere con voi questa esperienza unica, straordinaria, di cambiare la Sicilia, rompere con il passato e costruire insieme un nuovo presente e futuro. Ce la faremo e io vorrò fare molto più spesso cose come quella di ieri. Quella di ieri mattina era scuola vandalizzata molte volte, e questo è iniquo, questo rappresenta il vero volto dei violenti, quello di voler colpire cultura, la partecipazione e gli interessi collettivi e parte da questo. Io ho chiesto oggi «noi siamo tutti uguali, è vero o no?». E una ragazzina di nove anni ha risposto: «No, non siamo tutti uguali». Mi sono reso conto che aveva ragione. Da un lato c'è una uguaglianza formale, c'è una disuguaglianza a cui la bambina probabilmente si riferiva, quella delle diversità, differenze che vanno innaffiate come fiori di un giardino. Ho imparato molto e l'ho imparato da quei bambini. Voglio imparare ogni giorno da voi la democrazia, la partecipazione, l'uguaglianza. Auguri ragazzi per il vostro primo giorno di scuola.