Ancora un maxi-finanziamento che rischia di andare in fumo. Si tratta di 120 milioni da spendere nelle aree industriali per completarne la funzionalità. Un altro stanziamento che potrebbe restare un semplice sogno di carta invece di trasformarsi in appalti, in ricchezza, in lavoro.
I partiti, infatti, appaiono interessati a tutt’altro. È in corso un duro braccio di ferro per la riconfigurazione della giunta. Ad un anno dalle elezioni le geometrie variabili della maggioranza sono diventate sbilenche. Nel frattempo si moltiplicano gli scandali e gli affarismi a danno della Regione come riportano le cronache e come raccontiamo in modo capillare a pagina 2.
È in corso una dura partita di potere che mette in secondo piano i problemi della Sicilia. Un ritardo che si somma alle incertezze della politica nazionale completamente concentrata sui destini personali di Silvio Berlusconi e sul futuro di Matteo Renzi.
Blocchi incrociati che stanno paralizzando il Paese proprio nel momento più delicato. La ripresa produttiva è alle porte ma è ancora molto fragile come dimostrano i dati sulla disoccupazione (ancora ferma al 12,1%) o la produzione industriale che a luglio ha perso ancora il 4,2%.
Servirebbe una mobilitazione generale delle forze politiche e sociali. Invece si vede uno scollamento complessivo.
A Roma come a Palermo. In Sicilia c’è un’aggravante: il rischio di veder disperdere risorse importanti che potrebbero dare un impulso rilevante per contenere gli effetti della recessione.
Certi ritualismi sono inevitabilmente connessi al gioco della democrazia. Inutile indossare gli abiti delle anime belle che si indignano per le liturgie dei partiti.
La ricerca del consenso è un’attività lunga e faticosa. Tuttavia non può diventare l’alibi dell’immobilismo. Tanto più che dietro le trattative si nascondono spesso logiche di potere e non programmi contrapposti.
Ecco perché il negoziato per il rimpasto in giunta deve concludersi al più presto. Troppe occasioni la Sicilia sta perdendo in questi mesi. Le risorse disponibili devono essere investite nel più breve tempo possibile.
Tutte le statistiche pongono l’Isola negli ultimi posti delle graduatorie economiche e sociali. Servirebbe una sferzata. Invece all’interno dei partiti vediamo prevalere solo grandi egoismi. Inaccettabile.
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