Riapre la scuola. Ma la scuola non chiude mai. Si ha però questa falsa idea che la scuola riapra quando vi tornano i docenti, dopo la pausa estiva e che ricominci quando vi fanno ritorno gli alunni, e questa è forse la sola verità, dato che la scuola è per definizione un giardino di gioventù. Siamo in Italia, un paese dove la scuola è da molti decenni piegata esclusivamente agli interessi e ai bisogni degli adulti. La sua vecchiezza si legge nella generale insofferenza degli studenti. Per alibi lamentiamo la loro inadeguatezza rispetto ai tempi in cui gli adulti che vi lavorano avevano la loro stessa età. Non è così. Ogni generazione ha le sue caratteristiche, le sue capacità. Ed è vero che se progresso c’è stato – e c’è stato – allora è vero che i giovani riescono sempre ad andare un po’ più in là di dove sono andati gli adulti. Ma come riapre questa scuola? Oggi in segreteria dei miei sette dipendenti non ce n’è neanche uno. La sola a essere rimasta è in malattia; un posto ce lo hanno tolto; uno lo daranno a un assistente tecnico che è passato al ruolo amministrativo e dunque oggi non c’è e nei prossimi mesi dovrà imparare un lavoro per lei/lui nuovo: un posto mi è stato tolto dall’organico per essere occupato dal programma di stabilizzazione degli LSU che però hanno contratti a CO.CO.CO. e quindi orari di servizio diversi, in sostanza me ne manderanno due per coprire un posto di lavoro, così la mano destra non saprà cosa farà la sinistra per tutto l’anno e per tutti gli anni a seguire; i restanti tre si aspetta che vengano nominati. Intanto oggi non c’è nessuno per protocollare le circolari, scaricare la posta, e meno male che il DSGA è in servizio e può seguire le pratiche di assunzione del personale fresco di nomina. Che carrozzone questa scuola dove ogni adulto lavoratore, a qualsiasi titolo, aspira esclusivamente ad ottenere di anno in anno una sede più vicina a casa. La scuola italiana è un immenso, confuso, disordinato gioco dell’oca con centinaia di migliaia di giocatori sempre attenti a spostarsi di sede, con buona pace dei programmi formativi, della continuità di servizio e bla bla bla. Al di là delle dichiarazioni di facciata, questa situazione si trascinerà per sempre, almeno fino a quando quelli che stanno a Montecitorio continueranno a pagare 130.000 euro all’anno il loro barbiere impedendo al personale scolastico di scaricare almeno le spese di benzina dovute al pendolarismo. In segreteria non c’è nessuno e la difficoltà è enorme per mandare la visita fiscale ai docenti che già telefonano per annunciare la loro assenza per malattia. Non ho mai visto un ambiente di lavoro così affollato di malati, malati di ogni cosa l’universo medico preveda. Un esercito di malati sta nelle cattedre, tra i corridoi, negli uffici delle scuole, ognuno col proprio certificato medico esibito a volte con vanto e gloria, come una onorificenza. Mi spiace per i veri malati che al dramma della malattia sommano l’onta del pregiudizio costruito dall’indecenza di tanti altri. Vedo tutti sorridenti, oggi. Speriamo resti nel prosieguo. Intanto annuncio che il tema dell’anno scolastico 2013-14 sarà la solidarietà. * dirigente scolastico istituto comprensivo Laura Lanza di Carini