Nell'ultima isola del socialismo reale esistente al mondo dopo Cuba si è materializzato il sogno cui tutti, più o meno aspiriamo: avere uno stipendio senza lavorare e quando qualcuno ce lo offre rifiutarlo sdegnosamente. Un miracolo di cui sono protagonisti gli oltre tremila Pip che, nel girone infernale del precariato siciliano, occupano un posto speciale. Intanto per la provenienza (ex detenuti) e poi perché nei loro confronti la classe politica regionale ha sempre avuto un occhio di particolare riguardo. Fino all'ultimo privilegio: pagarli anche se rifiutano il lavoro.
Da luglio i tremila Pip sono finiti in una sorta di cassa integrazione. È scaduto il contratto triennale che avevano ottenuto da Lombardo. La giunta Crocetta, però, ha deciso che, al punto in cui sono le cose, non potevano essere lasciati per strada. È stata inventata questa soluzione ponte dell'assegno di sussistenza pagato dall'Inps. Cinquecento euro che potranno più che raddoppiare nel momento in cui la Regione troverà loro un'occupazione.
Ad agosto, nonostante le ferie, gli uffici hanno fatto il miracolo. Per quattrocento ex Pip era stato trovato un posto. Invece di correre, come c'era da attendersi, è arrivato il mugugno. Poi la protesta, infine il rifiuto: i rappresentanti sindacali (ma di quale sindacato?) hanno fatto sapere che erano spiacenti ma non se ne faceva niente. La spiegazione? Dentro tutti o nessuno. Insomma o si trova un posto per l'intera platea dei tremila ex Pip o nessuno si presenterà. Il fatto che alcuni possano guadagnare immediatamente fino a 1.200 euro e altri invece devono accontentarsi di 600 potrebbe creare "tensioni".
Che dire? C'è da restare allibiti. Una giustificazione del genere ignora totalmente il significato della parola lavoro. Quello che conta è lo stipendio. Quindi deve essere dato a tutti, indistintamente, nello stesso momento. Altrimenti potrebbero nascere delle discriminazioni. Se avessero detto che non accettavano di lavorare perché era agosto e volevano andare a Mondello sarebbe stato meglio. Almeno sarebbe stato tutto più chiaro. La giustificazione addotta, invece, è un misto di arroganza e di ignoranza. La risposta più acconcia della Regione sarebbe stata l'immediata sospensione della «cassa integrazione». Invece nulla. Gli uffici aspetteranno che tutte le indennità di agosto vengano liquidate e poi faranno ripartire la procedura per la stabilizzazione. Sperando che facciano presto, perché fra un po' è Natale. Potrebbe essere l'occasione per un altro rifiuto di massa.