Vede in «un patto sociale tra governo, associazioni datoriali e sindacati l'unica soluzione per non far precipitar la Sicilia in una crisi irreversibile». Auspica una legge sullo sviluppo che preveda un piano per la Sicilia. Antonello Montante, presidente regionale di Confindustria, invita l'Ars e il governo regionale a stringersi attorno alle forze sociali per «vincere le nostalgie del passato e uscire dalle secche in cui versa l'Isola».
PRESIDENTE, ANCORA UNA VOLTA, ALL'ARS NON SONO MANCATE LE POLEMICHE PER APPROVARE LA EX TABELLA H E LA LEGGE SUL CONFLITTO D’INTERESSI DEI DEPUTATI. TUTTO QUESTO, MENTRE LE IMPRESE CONTINUANO A CHIUDERE…
«È una regione in attesa di risposte ma la politica non fa altro che litigare. Indipendentemente dal colore politico serve un atto di responsabilità, perché la gente è stanca di questi pettegolezzi. Veniamo da una situazione di forte criticità e da stagioni in cui non si sono fatte riforme. Non si può più perdere tempo. Oggi anche l'Ars deve guardare all'interesse generale o sarà il declino definitivo per una Sicilia che, secondo gli esperti, si avvia a diventare un Paese per vecchi, con i giovani in fuga verso altre università. L'iter di una legge deve essere breve. I capigruppo devono mettersi d'accordo prima, altrimenti diventa una farsa. Per questo, è necessario che la parte sana dell'Assemblea non si faccia inquinare da quella marcia. Serve uno sbarramento contro i nostalgici del passato e i vecchi modelli fatti di intermediazione e clientelismo. L'alternativa a queste proposte è il rafforzamento dei poteri occulti. Un esempio è la legge sul conflitto d’interessi dei deputati, che finalmente è stata approvata. Una norma voluta dal 90 per cento dei cittadini, che cambierà l'immagine della Sicilia. Per la Formazione la Regione ogni anno spende 300 milioni. È letteralmente inconcepibile. Nessuno può avere conflitti di interesse. In nessun Paese al mondo capita che un politico sia anche proprietario di un ente di formazione».
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