La Sicilia avrà una compagnia aerea. «Un’insurrezione contro il mercato monopolistico dell’Alitalia», l’ha definita il presidente della Regione. Il coordinamento dell’operazione sarà affidato all’Ast e il compito principale sarà quello di dare spessore al traffico di Comiso applicando tariffe low cost. In attesa di conoscere i particolari ci permettiamo alcune considerazioni. A cominciare dal fatto che l’Ast è in dissesto: prima di intraprendere nuove iniziative va risanata. Come? Chi paga? Punto secondo: già Lombardo aveva provato, attraverso l’Irfis, a salvare Windjet. Poi aveva rinunciato per via dei costi. Il progetto di Crocetta è diverso ma non privo di rischi. Le compagnie aeree sono quasi dovunque in rosso. Perde Lufthansa, perde Air France, perde Alitalia. Guadagna Ryanair che adotta un modello di business assolutamente particolare (e difficilmente replicabile) e guadagnano le compagnie dei Paesi arabi che non pagano il carburante. Alla compagnia aerea siciliana non basterà prendere aerei ed equipaggi da Ryanair per ripeterne i successi. Uno degli aspetti più controversi sono i finanziamenti che ottiene dagli aeroporti che ospitano i suoi voli. Non a caso si tratta di scali secondari che senza Ryanair non avrebbero ragione di esistere. Il tema è nel mirino di Bruxelles anche perché questi sostegni sono una delle ragioni che consentono le tariffe low cost. Il progetto siciliano già all’origine non avrebbe contributi dagli aeroporti essendo il suo compito principale rilanciare Comiso. In secondo luogo che cosa accadrebbe se la compagnia non ce la facesse a stare in piedi? Al primo finanziamento proveniente dalla Regione scatterebbero le sanzioni di Bruxelles e crollerebbe tutto. Ecco perché l’operazione va studiata con attenzione per evitare brutte figure e, soprattutto, non buttar via soldi dei siciliani.
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