Due vite spezzate in meno di 24 ore, tre negli ultimi 5 giorni, 4 nelle ultime due settimane, 9 dall’inizio dell’anno. Sangue di minorenni e maggiorenni, giovani e adulti, uomini e donne, automobilisti e motociclisti, pedoni e passeggeri, a macchiare l’asfalto di strade urbane ed extra-urbane, in un bollettino tragico che va oltre ogni analisi statistica e/o sociologica. Perché - qui e altrove - sulle strade si muore dovunque, ci muore chiunque e per qualunque motivo. Ed è proprio questa terribile eterogeneità che impone una riflessione a 360 gradi, che deve chiamare in causa tutte le parti in causa, da chi detta le norme di sicurezza a chi le deve far rispettare, da chi si mette al volante (o inforca il manubrio) a chi lo autorizza a farlo. Ogni tragedia stradale ha almeno una vittima e tanti colpevoli. Le strade vengono spesso trasformate in pericolose gimkane, quando non in folli piste, nel pieno disprezzo delle norme, oltre che della vita, propria e degli altri. Purtroppo prudenza e cautela di tanti spesso non bastano per evitare il peggio. E invocare il rispetto del codice stradale non basta. Servono risposte anche in termini di controlli e repressione. Capillari i primi, severa la seconda. L’autovelox sulla circonvallazione ha positivamente inciso sulle statistiche degli incidenti in quella che rimane comunque la strada più pericolosa e insanguinata di Palermo (e non solo). Ma non può bastare. Servono, lì e altrove, altri elementi di dissuasione contro l’alta velocità, non ultima una maggiore presenza fisica di vigili urbani che scoraggi i bulli al volante. Quelli che magari, altro tasto dolente, guidano sotto l’effetto di droghe o alcolici. Le iniziative di educazione stradale devono essere solo un anello di una catena che già alla base deve mostrarsi solida e di garanzia. A partire dai corsi per il rilascio della patente. Oggi inadeguati rispetto alla reale responsabilità che viene consegnata insieme con il permesso di guida. Troppa teoria, poca reale pratica e valutazioni d’esame tutt’altro che rigorosi. Del resto l’educazione dell’automobilista/motociclista è oggi chiaramente riscontrabile anche al di là dell’alta velocità: semafori e sensi unici non sempre rispettati, divieti di sosta e corsie preferenziali ignorati, sorpassi irregolari, nuove ordinanze digerite a fatica (basta vedere cosa succede da qualche giorno a piazza Indipendenza e di cui parliamo in altra pagina). Ieri, per motivi diversi, hanno pagato con la vita un uomo di 44 anni in autostrada e un ragazzo di 17 anni in pieno centro. Altro sangue che macchia l’asfalto. A cancellarlo sono chiamati tutti. Una patente è ormai diventata una potenziale arma, spesso messa in mano a chi non sa maneggiarla a dovere. (@marco_3011)