Merito o raccomandazione? La commissione regionale incaricata della valutazione dei dipendenti ha promosso tutti. Senza distinzione di funzioni. Tutti bravi. Tutti meritevoli di una gratifica. Una scelta che ha acceso il dibattito fra i nostri lettori sul sito www.gds.it. Due sembrano gli interventi più importanti. Entrambi da parte di dipendenti dell'amministrazione. Uno in pensione. L'altra ancora in servizio. Dice Francesco: «Sono un ex dirigente regionale a riposo da 10 anni e posso assicurare che alla Regione la meritocrazia è sconosciuta. Conta una sola cosa: chi c'è dietro che ti protegge».
Un dubbio francamente che abbiamo sempre avuto anche noi. Quella poca trasparenza che c'era nelle regole di ingaggio si è persa. La stabilizzazione dei precari ha fatto il resto. Certo non avranno possibilità di carriera. Tuttavia la loro irruzione ha cancellato quanto restava di trasparenza nella gestione del personale. Aggiunge Giuseppe La Mantia: «Ma dobbiamo premiare il merito della raccomandazione o di chi ne raccomanda di più? Sono sicuro che si fanno raccomandare anche per questo premio». Diciamo che, in questo caso, probabilmente, non serve nemmeno una segnalazione esplicita. L'accordo sulle promozione rappresenta una pre-condizione. Di quelle cose che si fanno senza nemmeno bisogno di dirle. Siamo o no persone di mondo? Aggiunge Pino: «Tutti promossi con 110 e lode. Poi le pratiche dormono per anni nelle mani di questi solerti impiegati».
Non a caso per Giuseppe sud est «tutto ciò è semplicemente un affronto e una vergogna». Una soluzione? La propone Giacomo: «Per la pubblica amministrazione il premio produttività non ha senso; dovrebbe essere abolito, chi non è produttivo va penalizzato». Qualcuno generalizza come Antonio: «Ho lavorato tanto nel privato che nel pubblico ed ad ora di piccioli, non c'era nessuna differenza, chi era raccomandato se li è sempre presi prima degli altri. Diciamo che è un criterio di priorità».
Tuttavia non tutti criticano. Come dicevamo c'è anche il fronte giustificazionista. Sostiene Giusy: «Sono un'impiegata regionale e volevo dire che ho percepito tra acconto e saldo 800 euro netti come premio di produttività. N on credo sia una cifra esorbitante». La risposta non poteva mancare. A fornirla Alex Manzoni: «Signora Giusy 800 euro per dipendente fa una bella sommetta che poteva servire per alleviare un certo numero di disoccupati e poveri che purtroppo non mancano e che a Lei servono per bisogni fluttuari». Un aggettivo che, da quanto possiamo capire, segna una sintesi inedita tra voluttuari e fluttuanti. In ogni caso per Tommaso Aniello, si tratta di «Un'analisi troppo semplicistica e anche un Po’ demagogica». Lapidaria l'indignazione di Sig. per la gestione del personale in Regione: «Dov'è la novità?».