Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ai tempi del pre-incarico, aveva presentato il suo programma con cui sperava di coinvolgere il Movimento 5 Stelle. Otto punti cui ora risponde Berlusconi con altrettanti otto punti. Sono stati presentati come il copione per il nuovo governo, se e quando verrà preparato. In realtà sembrano le piattaforme per la prossima campagna elettorale. Costose e ignoranti dei vincoli europei. Non è un caso che pochi giorni fa Olli Rehn, commissario Ue per gli affari economici, ha lanciato un avvertimento ultimativo. Ha spiegato che Francia, Portogallo e Spagna potranno usufruire di una proroga sui tempi del risanamento. Per l’Italia niente da fare: nessuna deroga all’obbligo di raggiungere quest’anno il pareggio di bilancio. Insomma Bruxelles non vuole sorprese nella consapevolezza che l’instabilità dei Palazzi romani non consente indulgenze.
Certo, poi tutto si può fare. Le condizioni si possono anche ricontrattare. Ma per farlo serve una governabilità credibile e di lungo periodo. Requisiti che, al momento, non si riscontrano nella dialettica fra i nostri partiti. Ecco perché i programmi presentati da Berlusconi e Bersani sembrano soprattutto dei manifesti elettorali. Per esempio l’abolizione dell’Imu e la restituzione di quella pagata lo scorso anno che apre il menù del Cavaliere. Una proposta molto zuccherosa in vista del voto. Impraticabile per qualunque ipotesi di governo. Costerebbe, complessivamente, cinquanta miliardi fra mancati incassi e rimborso: dove recuperare questi soldi? Soprattutto considerando che, fra gli altri punti del programma berlusconiano, figurano la riforma fiscale e il cambio di passo da imporre a Equitalia. Tutte operazioni che hanno come obiettivo l’abbattimento del carico di tasse. Iniziativa lodevolissima, per carità. Soprattutto dopo l’annuncio che la pressione fiscale ha toccato il record mondiale del 52%. Senza coperture adeguate, però, è solo un libro dei sogni. Bravissimo il Cavaliere a vendere ancora questo copione. L’aveva scritto vent’anni fa. Lo ha rispettato poco ma riesce ancora a mantenerlo lucido.
Generico e costoso anche il programma di Bersani. Difficile attribuire una valenza che non sia solo demagogica al progetto di uscita dall’austerità o al sostegno per il lavoro femminile e agli esodati. Un altro libro dei sogni. Non diversamente dagli incentivi alla “Green economy”. Uno studio dell’Università Bocconi firmato da Annalisa D’Orazio spiega che in Italia il sussidio alle energie rinnovabili (410 euro per MWh) è doppio rispetto alla Germania (210 euro) e infinitamente maggiore rispetto alla media (125 euro). Più che una crescita indiscriminata dei contributi bisognerebbe pensare al riallineamento con i costi. Altrimenti parliamo solo del nulla. Nel programma di Bersani non manca un accenno all’Imu. È stato il tema dominante della passata campagna elettorale. Non potrà essere altrimenti per la prossima. Nel piano del Pd non si parla di rimborso ma semplicemente di abolirla sulla prima casa fino ad un massimale di 500 euro. Un brodino che certo non risolve le apprensioni degli italiani con le scadenze fiscali. Comunque un brodino molto costoso. Come non capire, in queste condizioni le rigidità di Bruxelles nei confronti dell’Italia? Sono anche fin troppo pazienti.
Più che programmi due libri dei sogni
Bersani aveva presentato il suo programma con cui sperava di coinvolgere il Movimento 5 Stelle. Otto punti cui ora risponde Berlusconi con altrettanti otto punti. Sono stati presentati come il copione per il nuovo governo. In realtà sembrano le piattaforme per la prossima campagna elettorale. Costose e ignoranti dei vincoli europei
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