Mercoledì 27 Novembre 2024

Evitiamo i pasticci

Di questi tempi, tutto ciò che viene fatto per evitare sprechi di denaro, razionalizzare la spesa e migliorare l’utilizzo del personale, è giusto anche se tardivo. Bene fa la Regione a mettere mano alla giungla delle società partecipate. Nessuno si finga scandalizzato se le definiamo carrozzoni messi in piedi anche con l’intento di creare bacini elettorali per notabili di partito.
Resta il fatto che ci sono e che, come oggi certifica una legge nazionale, che solo tre della trenta società partecipate regionali hanno i requisiti per essere considerata una risorsa. Anzi, sono un vero e proprio peso. Tanto che la Regione, in fretta e furia, dovrà ridurne il numero a sei. Consideriamo questa una buona notizia per diversi motivi: si eviterà di pagare 24 presidenti di società, qualche decina di consiglieri di amministrazione, segreterie particolari, autoblu e sedi di rappresentanza. Meno costi, quindi. Anche perché il governo Crocetta ha già annunciato che taglierà lo stipendio dei dirigenti del 20%.
In questa buona novella, però, si nascondono alcune vecchie cattive abitudini molto sicule. L’assessore Bianchi, infatti, dice che saranno garantiti i seimila lavoratori. Personale che proviene da società diversissime tra loro, con altrettante diversissime mansioni. Cosa faranno? Tutti hanno le competenze per essere subito impiegati nel migliore dei modi? E sono tutti indispensabili? Il dubbio nasce leggendo quanto scritto da Pipitone: 15 dipendenti del Ciem (società in liquidazione) non hanno trovato spazio nelle altre società e quindi restano «a disposizione». Cioè, pagati per fare non si sa bene cosa. Se questo è il preludio, non c’è da stare allegri. Di tutto c’è bisogno meno di ulteriori pasticci: è meglio evitarli. Soprattutto in questo momento in cui il dramma dei senza lavoro in Sicilia ha raggiunto cifre spaventose: sono 700 mila. A costoro non è edificante far sapere che c’è il serio rischio che qualcuno possa prendere lo stipendio senza fare nulla.

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