Il Palermo si fa male da solo. Quando tutto sembrava volgere verso un pareggio meritato, è arrivato l’autogol di Garcia che ha dato un colpo di spugna ad una partita attenta, prudente, lucida.
A San Siro il miglior Palermo, formato esterno, per personalità. Un Palermo per nulla intimorito dal blasone dell’avversario. Che ha ribattuto colpo su colpo, fino a ridurre all’impotenza i due attaccanti Palacio e Milito.
Un Palermo che è stato bravissimo a distruggere le iniziative avversarie, caratterizzate per la verità da una lentezza imbarazzante, ma che non ha trovato un solo acuto degno di questo nome per poter meritare addirittura un successo. Attenzione, c’erano tante attenuanti.
Innanzitutto l’assenza di Miccoli e Donati. Del primo soprattutto che l’anno scorso nella difesa un po’ distratta dei nerazzurri si fece i bagni segnando una tripletta.
Dybala lo ha sostituito degnamente sul piano della personalità, ma quanto a concretezza il capitano è un’altra cosa. Donati invece non si è fatto rimpiangere per nulla perché Von Bergen centrale è un’autentica sicurezza. Tanto da far ridiscutere l’opportunità di un suo impiego in difesa soprattutto nelle partite esterne.
Le maggior preoccupazioni erano concentrate ieri sull’asse di sinistra Garcia-Pisano, quest’ultimo riproposto a dispetto della logica esterno sinistro a centrocampo. Il gol vittoria dei nerazzurri è venuto da questo lato, ma stavolta è stata solo casualità. Pisano ha ben bloccato Zanetti, che poi nella ripresa ha lasciato il posto a Nagatomo, Garcia se l’è cavata benino anche dietro, se non fosse per quella sciagurata deviazione nella sua porta.
Se in fase di contenimento e dell’applicazione delle indicazioni del tecnico, i rosanero sono stati quasi perfetti, lo stesso non si puo’ dire quando si sono create le condizioni per puntare verso Handanovic.
Purtroppo lì i rosanero sono mancati del tutto. Perchè gli esterni non hanno spinto e perchè i tempi del contropiede sono stati sempre caratterizzati da imprecisione.