Decisamente un passo indietro ieri a Roma.
Nessuno aveva creduto alla crisi dei giallorossi. Le squadre di Zeman storicamente hanno alti e bassi, ma la prestazione dei rosa, se il Palermo doveva insinuarsi nelle difficoltà nemiche, è stata imbarazzante.
Errori a catena indotti da scelte sbagliate del tecnico.
Intanto se possiamo accettare un modulo diverso da quello che finora ha funzionato, non altrettanto possiamo con la decisione di mandare Pisano in campo da esterno sinistro. Dicendola alla Di Pietro: "ma che c'azzecca".
Già in settimana i rumors avevano anticipato l’utilizzo dell’ex varesino al posto di Mantovani. Ma in pochi la ritenevamo possibile visto che sarebbe stato puro autolesionismo. Ed invece le talpe rosanero avevano visto bene perché il Gasp a Roma sì è presentato con questa novità.
E risultato si è visto immediatamente. Dopo un paio di paurosi sbandamenti, Pisano, con la complicità di Garcia, ha dato via libera a Lamela ed è nato il gol di Totti.
Neanche i rimedi sono stati migliori del male, anzi lo hanno acuito. Prima il Gasp, non sapendo cosa fare di Pisano, lo ha messo a destra, poi lo ha tolto. E che non fosse ieri molto ispirato lo dimostra il cambio con Bertolo, la cui presenza ha aumentando il livello di confusione.
Ma anche la variazione tattica(dal 3-4-3 al 3-5-2) si è rivelata subito inefficace. Troppa densità a centrocampo. La Roma con il baricentro altissimo ha chiuso tutti gli spazi ed è emersa la migliore qualità sul piano del palleggio dei giallorossi e l’incapacità dei centrocampisti rosanero a verticalizzare.
Poi ci sono stati gli errori individuali. Quello di Munoz e Ujkani, che ha generato il secondo gol di Osvaldo e a nostro avviso ha dato il colpo di grazia ai rosanero, si è ripetuto. Già a Marassi, i due, ci avevano provato.
Ma anche sul terzo gol di Lamela il Palermo s'è trovato scoperto in difesa. L'argentino, ignorato da Garcia, ha potuto in beata solitudine battere per la terza volta Ujkani.
E per completare la serata l'infortunio a Miccoli. Una brutta tegola in vista di incontri decisivi.
Quello che pensiamo è che Gasperini debba evitare di fare esperimenti. Questo non è un organico duttile, che sa cambiare pelle in base agli avversari, è un gruppo di giocatori di medio livello che a malapena sa svolgere il compitino.
Gravarlo di ulteriori responsabilità serve solo a confondere le idee e peggiorarne il rendimento.
Tra l’altro il tecnico è stato bravo a dargli subito una identità, occorre insistere con quel modulo (3-4-3) fino a quando non sarà possibile, se sarà possibile, apportare correttivi. Con il 3-5-2 e con il 4-4-2 aveva già provato Sannino e sappiamo come è finita.
Adesso con Sampdoria e Catania in casa e Bologna in trasferta occorrerà ritrovare la vittoria. Poi ci saranno le corazzate Inter e Juve.