Mercoledì 27 Novembre 2024

Benzina, urgente la riforma del settore

«La politica non si fa con la morale: ma nemmeno senza» scriveva sessant'anni fa Andrè Malraux, raffinato intellettuale e successivamente ministro con De Gaulle. Oggi potremmo chiosarlo affermando che sicuramente il commercio non si fa con la morale, ma nemmeno senza. Difficile, infatti, restare indifferenti dinanzi ai risultati dell'indagine della Guardia di Finanza sui distributori del carburante. Su 2.400 controlli più di trecento sono risultati irregolari. In due casi, entrambi a Palermo, il gasolio era adulterato. Il 30%, infatti, era composto da sostanze chimiche che niente avevano a che vedere con il carburante. Insomma fare il pieno in una di quelle colonnine, oltre al danno economico, poteva compromettere seriamente il funzionamento del motore. Una scelleratezza che permetteva un doppio vantaggio: far pagare come efficiente un carburante che non lo era e, contemporaneamente, creare una «riserva» di gasolio che il truffatore poteva rivendere da qualche altra parte ovviamente in nero. Che imbrogli di questo genere vengano fuori proprio a Ferragosto li rende ancora più odiosi. Mentre il traffico sulle strade raggiunge le punte massime dell'anno ogni automobilista può avere il dubbio che il chiosco dove sta facendo il pieno sia gestito da un ladro.
Truffe di questo genere rendono ancora più urgente la ristrutturazione dell'intero settore dei distributori di benzina. Se ne parla dai tempi delle famose lenzuolate di Bersani con risultati modesti. Bisogna accelerare il processo di apertura del mercato. È necessario diminuire il numero dei punti vendita, allargare l'offerta merceologica (non solo benzina ma anche altro) e agevolare i centri commerciali. Facile immaginare che siano gli impianti più piccoli i più tentati dall'imbroglio per far salire incassi altrimenti magri. Così la liberalizzazione non è solo un vantaggio economico per i consumatori ma anche un elemento di bonifica morale e di correttezza commerciale. Un matrimonio fra etica e affari che certamente sarebbe piaciuto a Malraux (e non solo). fondi@gds.it

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