Da oggi vedrete un giornale più nuovo. Ve ne accorgerete subito. Avrà linee più leggere. Nuovi colori nei titoli e nelle testate. Forme diverse in alcuni caratteri. Ma non siamo ad un semplice ridisegno delle pagine. Da oggi questo giornale cercherà di cambiar pelle. Aprendo nuovi percorsi. Progettando un rapporto nuovo con i suoi lettori.
Tira brutta aria per la carta stampata. Lo sapete. Siamo al centro di una mutazione epocale che ci colpisce come una bufera. Per contrastarla vorremmo far tutto. Ma sappiamo di poter far poco. Da tempo altri media occupano i nostri spazi e competono con noi. Prima la tv, adesso internet con le sue articolazioni sempre più numerose. Che hanno due vantaggi competitivi contro i quali è difficile battersi. Possono offrire tutto in tempi reali. Notizie, immagini, fotografie. E lo offrono gratis. Attraverso tecnologie sempre più sofisticate e seducenti.
La carta stampata si trova di fronte a sfide comparabili a quelle che carrozze e cavalli subivano con la locomotiva a vapore. Oppure le acciaierie con lo sviluppo della plastica.
Per difenderci dobbiamo sapere innovare, investire in conversioni e trasformazioni. Ma siamo costretti a farlo in condizioni di difficoltà sempre maggiori perché i tempi nuovi si intrecciano con due micidiali paradossi. I new media, dicevamo, offrono tutto, subito e gratis. Ma nel campo dell’informazione, come ricorda Enrico Pedemonte (nel libro “Morte e resurrezione dei giornali”) i quotidiani, in misura prevalente, producono notizie, servizi, inchieste, commenti e analisi che poi varie testate on line, televisioni e blog generalmente riciclano. Divulgano gratis ciò che noi produciamo sopportando costi crescenti. La loro audience sale, le nostre vendite scendono. Si riducono le nostre entrate e abbiamo meno risorse da destinare alla crescita.
Quando un settore strategico, come l’informazione, è così colpito da una crisi tanto acuta, sarebbe necessario l’intervento dei governi. Che in Italia, a riguardo, fanno poco, molto poco. Anzi, fanno pure qualcosa di assolutamente ingiusto. Quando tutti i giornali soffrono, vediamo approvare leggi che con finanziamenti generosi attenuano la crisi di alcuni (fogli di partito e cooperative in primo luogo) lasciando fuori tutti gli altri. Possiamo solo sperare che queste sordità dei governi centrali siano corrette dall’attenzione di altri livelli di governo. Finora non è stato così.
In questo contesto, un giornale come il nostro, che da 152 anni, non dimentichiamolo, fa capo alla stessa famiglia editoriale (e che solo di editoria ha vissuto e vive) deve battersi da solo. Non ci tiriamo indietro. Anzi, come dimostriamo da oggi, andiamo avanti. Perché vogliamo affermare un futuro che sempre in passato siamo riusciti a trovare.
Offriremo un giornale che, mantenendo un rapporto solido con la gente, cercherà di integrarsi con quanto di più nuovo matura intorno a noi. Ci organizzeremo in quattro zone: Fatti e Notizie, Cronache locali, Sport e Tempo libero. Quest’ultima è la novità più visibile. Concentreremo in queste pagine tutte le notizie utili su come vivere gli spazi del riposo, selezionando le notizie sulle cose che si possono vedere e sentire. In copertina troverete però ogni giorno le indicazioni sui consumi migliori per quel che riguarda la moda, il gusto, il weekend, gli animali, la casa e il mondo dell’informatica. E nel dar notizia di tutto questo stabiliremo un filo diretto tra noi e voi attraverso il nostro sito (www.gds.it). In tempi in cui l’economia soffre, i bilanci familiari sono in crisi, la scelta di dar notizie sul modo migliore di consumare ci sembra particolarmente opportuna.
Daremo poi, muovendo lungo una linea che già conoscete, un ruolo ancora maggiore ai lettori. Qualche anno fa lanciammo, ricordate?, uno slogan. Vogliamo che i nostri lettori siano anche i nostri cronisti. E sono ormai sempre più numerose ogni giorno, le pagine, gli articoli, le inchieste, le cronache suggerite dalle segnalazioni di chi ci legge. Abbiamo organizzato un camper che in giro per Palermo incontra chi ci scrive nei luoghi da loro segnalati (e che speriamo di poter portare nei prossimi mesi in provincia). Ora faremo un altro passo. Non ci sarà più la pagina delle lettere dove concentrare i punti di vista dei lettori. I loro commenti, invece, saranno pubblicati tra titoli e articoli. I lettori non saranno più solo nostri cronisti, ma anche nostri opinionisti.
La terza novità è il rapporto con i nuovi media. Abbiamo realizzato un sito internet (www.gds.it) che gode di un successo crescente e che presto vedrete molto arricchito di iniziative e opportunità. Abbiamo già una pagina su Facebook. E pure un profilo su Twitter. Conoscete la nostra Tv (Tgs) e la nostra radio (Rgs). Attraverso questi spazi solleciteremo dibattiti, iniziative di inchiesta, campagne di stampa. E sono anche gli spazi attraverso i quali voi potrete discutere e confrontarvi con noi. In questo modo vorremmo veder crescere un giornale dinamico e flessibile. Capace di muoversi nel territorio intercettando sempre più le cose di una realtà mutevole e complessa come quella della nostra Isola, delle nostre città. Vogliamo essere così un giornale che cresce per voi operando con voi. Per essere quello che nella storia dell’Isola il Giornale di Sicilia è sempre stato. Storia di ogni mattina ma non sempre la stessa storia.
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Il giornale per voi… lo farete con noi
Da oggi un quotidiano più nuovo. L’organizzazione sarà in quattro zone: Fatti e notizie, cronache locali, sport e tempo libero. Filo diretto tra noi e voi attraverso www.gds.it
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