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Burrafato: basta promesse su Termini

La vertenza di Termini Imerese è in attesa di una svolta significativa. La mobilitazione dei lavoratori della Fiat e dell'indotto ha messo in campo una serie di iniziative clamorose per squarciare il velo di silenzio che circondava da mesi il dramma di Termini Imerese. Da qui la decisione del ministro Corrado Passera di dare un ultimatum alla DR Motor che scade oggi. Nonostante la giornata di lutto nazionale, in ricordo delle vittime del grave terremoto in Emilia Romagna, l'incontro ci sarà. D'altronde è dalla sottoscrizione dell'accordo del 1 dicembre 2011 tra le parti sociali, Fiat e DR - avvenuta grazie all'opera di intermediazione del Ministro dello sviluppo economico - che i lavoratori di Termini Imerese attendono un cenno, un comunicato, una comunicazione da parte degli attori chiave della vicenda che, purtroppo, tarda ad arrivare.
I ritardi attuativi sul processo di reindustrializzazione del polo di Termini Imerese segnati dalle incertezze legate al "caso" DR Motor ed il mancato esodo dei 640 addetti prossimi alla pensione - così come disegnato nel piano di investimenti proposto da DR Motor, che prevedeva il reimpiego di tutti i 1312 addetti - sembrano compromettere l'erogazione del 2° anno di cassa integrazione straordinaria, condizionato alla riduzione del 30% della forza lavoro. Queste incertezze rischiano di sfociare in un serio problema di ordine pubblico.
Ebbene il 2 giugno in tutto il paese si è celebrata la Festa della Repubblica. Una festa che qui a Termini Imerese vogliamo interpretare richiamando uno dei valori costitutivi della Repubblica Italiana: il lavoro. Quel lavoro che deve essere assicurato ad ogni cittadino per garantire a tutti una vita dignitosa. Il dramma di Termini Imerese in questo senso è del tutto evidente. L'impatto della chiusura dello stabilimento di Termini Imerese sull'economia siciliana meritava sin da subito un'attenzione straordinaria come aveva indicato lo Svimez calcolando la perdita di mezzo punto percentuale di PIL per l'economia siciliana (circa 395 milioni di euro) e quella di posti di lavoro pari a 2 volte e mezzo il totale degli addetti impiegati nello stabilimento (oltre 3000 disoccupati in più).
Sono necessari interventi eccezionali che possono essere realizzati solo se la politica fa propri gli obiettivi di crescita e innovazione. Chiediamo che il Governo Monti, il "Governo dei tecnici", nella sua interezza si faccia carico, con la Regione siciliana, del rilancio del polo industriale di Termini Imerese secondo le linee individuate dal Piano Sud e dal Piano Azione Coesione ai fini dell'attuazione del "contratto di sviluppo" inerente l'area imerese. Chiediamo che le politiche di sviluppo dei ministri Passera e Barca siano rivolte ai lavoratori. Uomini e donne che ancora nel pieno delle loro forze non possono essere lasciati inattivi per mesi.
Pubblico e privato devono collaborare affinché i periodi di assenza di occupazione possano essere utilizzati per intense attività formative tese a rafforzare e riconvertire le competenze dei lavoratori, per una migliore ricollocazione in tempi brevi.



* SINDACO DI TERMINI IMERESE

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