Il ritrovamento delle ossa (ben 64 anni dopo) del sindacalista antimafia, Placido Rizzoto, è una di quelle notizie che certamente ci catapulta indietro nel tempo, un passato quello, da dove ebbe inizio la lunga stagione dell’infamia e dell’orrore voluto, organizzato e pianificato dalla mafia & “soci”. Una mattanza che nei lunghi anni e fino ai nostri giorni ha cancellato vite umane impegnate sul fronte dell’antimafia. Una di queste fu il coraggioso Placido Rizzotto che a testa alta diede non poco fastidio agli infami e fu per questo ucciso. Adesso sembra tornare prepotentemente a combattere contro l’odiosa Piovra, mostrandoci le proprie ossa quasi a suggerirci di utilizzarle come una sorte di arma: quella della memoria. E si sa, la memoria è qualcosa di letale per gli uomini della mafia. Ecco, il governo ha fatto bene ad organizzare i funerali di Stato; anche perché da lì potremo e dobbiamo condensare una forte presa delle nostre coscienze per rimarcare ancora una volta che l’impegno civile e morale contro ogni sopruso è una diga invalicabile e pronta a riscattarsi.
Davide Martinez