Vi allargò la tavola del petto? Allora preparatevi per il uichend che sarà bello o quasi. Sabato con la mattinata preparate la macchina e non vi scordate il canuzzo. Se volete potete organizzare una bella scampagnata alla Ficuzza perché ormai il fango dovrebbe essere asciuttto. Vi fermate a Marineo e accattati sasizza, pane, formaggio, vino e carbonella. Mi raccomando, non fate i vastasi al solito vostro e andate nelle aree attrezzate dove ci sono i barbecul (ma picchì si chiamano accussì?) perche vasinnò arrisicate di dare fuoco a mezzo bosco oppure che i forestali vi abbruciano i sacchietti che vi stampano una murta di quelle super.
La giornata è stata tutta bella da principio fino alla scurata e così la domenica mattina. Ma subito dopo pranzo il cielo si annegghia e a metà del pomeriggio, addirittura può essere che si mette a piovere.
Il Palermo gioca a Siena e magari c’è pure chi si sta partendo per andarsi a vedere la partita lassopra. Allora il Meteobilli che non conosce confini vi dice che vi dovete portare una bella giacca a vento col cappuccio perché, prolprio a partire dalle tre, allo stadio di Siena piove. Io spero che piovono i gol di Miccoli e Budan ma intanto piove acqua ed è meglio che vi riparate. Giacca a vento, no paracqua che allo stadio non li fanno entrare perché se no poi finisce che ce li date nella braccame ai tifosi del Siena e non è tanta bella.
Ora tutti si addumannano: ma quanto durerà questa botta di buontempo? La risposta è che durerà ancora di versi giorni ma non sarà para para. Domencia pomeriggio, abbiamo detto, può essere che piove ma il cielo, comunque, si annegghia. E così fa la nottata. U lunniri agghiorna siddiatu e può essere che qualche chianciuta se la fa. Il martedì un poco così e un poco colì. Poi infila di mercoledì a domenica l’altra, di giornatazze di sole tanto e di caldo. Allora voi mi domandate: signo’ Meteobilli, niente niente che si rappresentò la primavera? E io vi dico: nisba. E mancu fussi giusto. La primavera, lo sapete, quest’anno monta il 20 marzo. Per essere precisi si rappresenta verso le cinque con la mattinata. Direte voi: ma non ci spetta il 21? Nonsi. Nel senso che dipende da che anno è. Quest’anno ci attocca il 20. Il comincio della primavera, come infatti, vuol dire che c’é il quinozio ca vuor dire che le iurnate durano quanto le nottate a tutti i banni: dodici ore di giorno e 12 ore di scuru. Di quel momento e fino al 21 giugno le giornate, che già stanno allungando dal 21 dicembre, sono sempre più lunghe delle nottate. Ma il 20 marzo succedono pure certe cose speciali. Per esempio è il giorno che al Polo Nord affaccia il sole e si mette a stupitiare tutta la giornata attipo trallallero trallallà e quando i pinguini nordisti ci dicono: sole, ma che hai l’insonnia? Iddu ci arrispunni: pi ghirimi a curcari si nni parra tra sei mesi quindi vedete quello che dovete fare. Al Polo Sud invece il Sole si va curca e, dopo avere salutato a tutti i pinguini sudisti, dorme pi sei misi. Ma che abbiamo due soli? Nonsi, u suli sempre uno è. Ma abbiamo due Poli. E due partite di pinguini. Amici miei, questa è Scienza come direbbe il Pofessore Zichicchirichì.
Quindi per la primavera dobbiamo aspettare. Anzi: più buontempo c’è prima che finisce l’inverno, più c’è qualche cosa che non funziona. Anche se ci piace perché possiamo andare ad arrostere i cacuoccioli alla Ficuzza. Se però poi ci immatte un’estate ca cu sururi putemu fari i cannili, poi non vi lamentate, è giusto?
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