I palermitani siamo fatti così: siamo tragediatori, se piove tre, quattro giorni di seguito ne vogliamo a cento per davanti e diventiamo cosa di sbatterci al muro. In casa andiamo camminando come il leone della villa Giulia che ora non c’è più ma quando c’era, un momento fermo non ci stava e aspettava che qualche palermitano troppo scarto lo voleva inquietare pi manciarisillu. Addumiamo la telemusione, e guardiamo senza guardare, ci affacciamo al finestrone ogni dieci minuti per vedere se scampò, guai a chi ci addomanna magari che ore sono perché rispondiamo: arrieri? Me lo domandasti due ore fa, e che sono il rologio della Stazione Centrale? Finisce, addirittura, che mangiamo di meno perché col malotempo uno magari ha spinno solo di quache bello piatto di fasoli con l’accia, qualche bello minestrone, robba che quaria ma sempre erba è.
Ma per fortuna, ci abbasta, non dico una, ma anche menza giornata di sole, e nni passano tutti i stinnicchi. Ci affacciamo con la mattinata al finestrone e nni allarga la tavola del petto, respiriamo a tutti prumuni e, naturalmente ci viene un catarro che ogni sgracco pare un pezzo di 500 lire antico con le caravelle. E se si affaccia la signora del lato, quella che ci abbiamo sempre questione perché si lamenta che i rami della vostra pomelia stanno dal lato del suo balcone, la guardate e ci fate un sorriso di un’orecchia all’altra: «Signora, come sta? Ha visto che bella giornata che aggiornò? Se ne sta andando da suo figlio al billino? No? Pecccaaaaaaaato… »
Stamattina al Foro Italico pare che doveva cantare Emma e i palermitani facevano i coretti: «Emma, Emma, emm’a…». C’erano una quantità di cani che Nika mi domandò: «papà ma chi ci fu che uscirono tutti questi armali?». Naturalmente idda parrava dei padroni. Poi c’erano picciriddi con i quiloni che veramente i quiloni l’avevano i padri con la scusa di aiutare ma la verità è che ci vulevano iucari iddi e i picciriddi lastimiavano un pochino. Naturalmente c’erano una poco di quelli che correvano. Ca poi ci sono quelli che corrono proprio, quelli che pare che abballano sopra i piedi, quelli che camminano sveltamente e quelli che hanno: tuta, scarpe di 400 leuri, scuffia, auriculari (me picchi se li mettono nelle orecchie??), apparecchio pi misurari a prissione, quanti tumtum fa i ccuore. E questi fanno un giro, poi si assettano nella panchina e fanno 45 minuti di telefonata sapiddu a cui. Ma insomma: siddu s’addivertuni, tutto buono e benedetto.
Stasera il tempo doveva cambiare tanto che ci consigliai ai tifosi di portarsi il paracqua allo stadio. Ma accamarora, il tempo sta tenendo e non c’è nemmeno tanto freddo. Stanotte però forse qualche goccia cade ma domani mattina aggiorna di nuovo discreto e si mantiene per tutta la mattinata. Un poco di nuvole ci saranno ma non dovrebbe piovere. Le temperature però, calano un pochino e di pomeriggio, a partire dalle circa meno quasi le tre può essere che c’è qualche acquazzone e poi il cielo resta coperto sino nelle siritine.
Nel resto della Sicilia c’è forse cchiu malotempo che a Palermo. E doppo due giornate e menzo di tempo buono e termometro in salita, ritorna u friddu anche se non come quando abbianchiò ri nivi tre quaeti della Trinacira. Vi volessimo arraccumannari che è buono che domani con la mattinata uscite ben coperti perché ancora non è ora di livarisi i mutanni ri lana. Paracqua sempre connesso col braccio e un poco di pacienza perché è capo di simana e puttroppamente a travagghiari ci dobbiamo andare. Mentetevi il cuore in pace: pi viriri un altro poco di sole, se ne parla giovedì. Quindi tirate un bello respiro come fate quannnu, misu ca testa o funnu, contate quante minute mi fate senza respirare…
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