Un'altra spruzzata di precari si prepara a coronare il sogno della vita: un posto fisso alla Regione. E che cosa ci può essere di meglio sotto questo cielo? Tanto a pagare sono, come sempre, i siciliani onesti. Saranno costretti, con le loro tasse, a farsi carico anche di questa nuova azione scellerata dell'amministrazione. Centoventidue precari della Multiservizi hanno ottenuto dal giudice il diritto all'assunzione. Già così un regalone. Diventa sontuoso perché i magistrati hanno deciso che il contratto ha una validità che va molto indietro nel tempo. Fino ad arrivare al momento della prima chiamata. All'incirca quattro anni di arretrati, con tanto di ferie, indennità e assegni vari. Un autentico colpo di fortuna. Un gratta e vinci che in un attimo ha cambiato la vita. I precari della Multiservizi hanno tirato fuori il biglietto vincente. Per loro uno stipendio lordo di circa 35.000 euro lordi l'anno. Per la Regione una spesa aggiuntiva di 4,5 milioni l'anno. Un salasso che non resterà isolato. Ci sono altri contrattisti nelle medesime condizioni. Si affretteranno in Tribunale se non lo hanno già fatto. Un fiume di denaro uscirà dalle casse della Regione. Tanto più che, come ha ricordato il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, parlando ieri a «Ditelo a Rgs» l'obiettivo dell'amministrazione non è creare lavoro ma solo dare uno stipendio. «Nelle aziende private - ha ricordato - le assunzioni servono a soddisfare le necessità della produzione: prima il posto e poi lo stipendio». Alla Regione vale l'esatto contrario: «Prima lo stipendio e poi, il posto». Sempre che ci sia il lavoro. E comunque non importa. La paga corre ugualmente. Nel caso di Multiservizi questo rovesciamento di priorità potrebbe avere natura dolosa. Non a caso il commissario liquidatore vuole salire le scale della Procura. Il sospetto è che i contratti di assunzione fossero truccati fin dall'inizio. Formalmente avevano un termine. In realtà erano costruiti in maniera tale che qualunque giudice ne avrebbe facilmente riscontrato
l'irregolarità imponendo l'assunzione immediata. Con l'aggiunta della retroattività. Questo ostacolo, fra l'altro, allontana nel tempo la fusione della Multiservizi nella nuova Beni Culturali Spa. Insomma anche questo piccolo tentativo di razionalizzazione della macchina burocratica rischia di impantanarsi. I responsabili di questo disastro saranno mai individuati? Difficile. Hanno agito con sapiente efficienza. Hanno costruito dei contratti che già in partenza davano diritto al posto fisso. I responsabili? Vanno cercati tra politici, sindacalisti, sponsor di varia estrazione che hanno formato le liste. Poi hanno girato l'elenco agli uffici. L'obiettivo non era certo l'interesse della collettività. Semplicemente nutrire la clientela. Tanto a pagare sono sempre gli altri.
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