Sulla riduzione dei costi della politica c'è un grande polverone. Gli uffici di presidenza del Senato e della Camera annunciano da qualche tempo sforbiciate nelle indennità, nei vitalizi, nelle auto blu. Qualcosa effettivamente viene fatto, ma non appena la polvere si deposita si scopre che i tanto strombazzati tagli, alla fine, si riducono a ben poca cosa: meno di 700 euro per i deputati, una cifra ancora inferiore per i senatori. Anche perché si tratta spesso di sforbiciatine sui futuri aumenti. La maggior parte dei tagli (questo vale anche per i consigli regionali) è rinviata alla prossima legislatura e ai nuovi consigli, cioè al 2014 e al 2015. Ma non c'è alcuna garanzia che le nuove assemblee possano approvare nuove regole che stravolgano quelle già approvate.
Del resto è già avvenuto. Ad esempio, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si vanta di aver esteso il regime del vitalizio anche agli assessori esterni. Il chè, in tempi di tagli, ci sembra "encomiabile". Volete un altro esempio ? Il premier Monti, per sfoltire i compensi dei consiglieri delle migliaia di enti territoriali (comunità montane, municipi, circoscrizioni,ecc.), oltre a quelli dei piccoli comuni, aveva escogitato la formula che ogni remunerazione non doveva essere riconosciuta ai rappresentanti di organismi non previsti dalla Costituzione. Questo significa (per citare sempre l'esempio romano)che i consiglieri dei municipi non avrebbero avuto diritto ad alcun gettone o compenso. Nessun problema, hanno risposto il sindaco Alemanno e il presidente Polverini, le risorse le troviamo noi. E così è stato. Ma gli esempi di gattopardismo sono innumerevoli nel parlamento e nelle regioni.
Persino per le auto blu, che dovrebbero essere drasticamente ridotte, secondo una decisione del governo Monti, che cosa accade ? Un esempio illuminante è il bando per l'acquisto di 400 nuove berline al ministero dell'Economia. Lo segnala una interrogazione dell'on. Aldo Di Biagio, del Fli. Chi dovrebbe utilizzare queste auto blu? Non si sa, ma il bando esiste. C'è di che meditare sulla credibilità di tante sforbiciate annunciate. Ma ora, finalmente, dopo lo scandalo dell'ex amministratore della Margherita Lusi (13 milioni di euro sottratti ai rimborsi elettorali) si è ricominciato a parlare del finanziamento pubblico ai partiti (anche di quelli defunti, come Margherita, Ds, Alleanza nazionale, Forza Italia). Si tratta di risorse gigantesche (2,5 miliardi dal 1994 ad oggi) non sottoposti ad alcun controllo pubblico. Con questo fiume di denaro perché stupirsi se decine di milioni spesso sfuggono agli apparati: finiscono investiti all'estero e persino in Tanzania (Lega Nord). Forse è arrivato il momento di intervenire, con una nuova legge, abolendo totalmente questo finanziamento, già condannato nel 1993 da un referendum popolare. Chi vuole può anche finanziare il proprio partito (aziende, privati, ecc.) purchè queste risorse siano trasparenti, figurino nei bilanci delle società e degli enti e vengano regolarmente tassate, anche se in misura modesta.
Un grande obiettivo per ridare credibilità alla politica. Ce la faremo? Vedremo alle prossime elezioni quali forze politiche troveranno il coraggio di inserire questo impegno nel loro programma. [email protected]
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