La protesta dei forconi si è ufficialmente conclusa. Tuttavia alcuni hanno dichiarato l'intenzione di proseguire. Vuol dire che la situazione potrebbe tardare a normalizzarsi. Questori e prefetti siciliani avevano fatto sapere agli organizzatori che non sarebbe stata tollerata ulteriormente la condizione di disagio e l’enorme danno economico cui la protesta ha costretto l'isola. La notte ha portato consiglio. Tanta severità, ieri, ha convinto gli organizzatori dello sciopero a dichiararne la conclusione. Tanto più che, i padroncini dei tir avevano annunciato che, come previsto, avrebbero ripreso il lavoro alla scadenza della mezzanotte di venerdì. Adesso in piazza restano solo le frange più estreme. C'è da sperare che le autorità di polizia intervengano, se è necessario, con decisione per ripristinare l'ordine.
Ma la manifestazione dei forconi, più ancora che le forze dell'ordine, chiama in causa le responsabilità della classe politica siciliana. Gli esponenti di molti partiti, pur con accentuazioni diverse, si sono affrettati a rincorrere le ragioni della protesta. Un attivismo che ha visto in prima linea esponenti politici che all'Ars sono sia al governo che all'opposizione. Un atteggiamento a dir poco stupefacente oltre che estremamente deprecabile. I politici hanno giustificato il loro appoggio dicendo che la protesta è stata una legittima reazione alle misure di austerità varate dal governo Monti. Una spiegazione smemorata e inquietante.
In che mondo viviamo? Come si fa a dimenticare che il decreto salva-Italia è stato approvato dagli stessi partiti che a Palermo hanno coperto i disordini? Come giustificano questa differenza di atteggiamento? Le stesse forze politiche che a Roma fanno i pompieri a Palermo aiutano gli incendiari. Va bene la ricerca del consenso a tutti i costi. Ma qui stiamo passando i limiti della decenza. I forconi, accogliendo l'invito del Presidente Lombardo, hanno fatto sapere che adesso sposteranno la protesta a Roma. Contesteranno la manovra del governo Monti giudicandola la causa di tutte le loro difficoltà. Su questo punto, però, occorre molta chiarezza. Sia da parte degli organizzatori della protesta sia per i loro sponsor politici. Non c'è nessun dubbio che il decreto salva-Italia ha portato ad una aggravio della pressione fiscale. Ma qual era l'alternativa? Non esisteva. C'era solo da scegliere fra il bisturi delle tasse e l'accetta che sarebbe caduta su stipendi, salari e risparmi se l'Italia fosse finita nel baratro.
Proprio la consapevolezza che, alla fine, è stata scelta la strada più sicura dovrebbe spingere tutti a una maggiore senso di responsabilità. Tanto più che adesso il governo sta cercando di mettere in campo un po' di strumenti per favorire la crescita. In questo senso è giusto che forze politiche e sindacali utilizzino il dibattito parlamentare per le opportune modifiche e i miglioramenti del caso. Ma percorrendo le vie della democrazia. Non fomentando il ribellismo qualunquista. [email protected]
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