di NINO SUNSERI.
I mercati bocciano Merkel e Sarkozy. Occorrono decisioni rapide e concrete, non annunci che innescano le paure. E dalle nostre parti, in Sicilia, non si riesce a dare un taglio alle logiche del passato, come dimostra la decisione di concedere, nonostante la crisi, gli aumenti ai regionali. Terremoto sulle Borse mondiali. Le piazze europee sprofondano sempre più in basso. Una delle sedute peggiori dell'anno per Piazza Affari (chiusura a -6,15%), che brucia 22 miliardi e torna a 350 miliardi di capitalizzazione totale. Fra i titoli peggiori Fonsai, Intesa Sanpaolo e soprattutto le due Fiat. A New York Dow Jones sotto 11mila. Lacrime e sangue. Raffica di sospensioni per eccesso di ribasso. La situazione era già negativa, poi sono arrivati i dati Usa - disastrosi - che hanno peggiorato ulteriormente il quadro. Cattive notizie anche sul fronte dei titoli di Stato: lo spread Btp-Bund sale fino a 279 punti. Petrolio in picchiata. Ma il disastro è generalizzato. Francoforte ha registrato un calo del 5,82%, Parigi del 5,48%, Londra del 4,49%. Complessivamente sono stati bruciati, in tutta Europa, quasi trecento miliardi di capitalizzazione. Ormai i mercati sono allo sbando.
Servono decisioni urgenti e, soprattutto efficaci. Il vertice di Ferragosto fra la Merkel e Sarkozy non ha prodotto risultati degni di nota. Un disastro. L'unica proposta concreta è stata quella della Tobin Tax. Vale a dire una tassa da mettere su tutte le transazioni finanziarie. Una specie di patrimoniale a livello globale. Una proposta nemmeno tanto originale, visto che prende il nome dell’economista americano James Tobin che l’aveva lanciata nel 1972. Sono passati quasi quarant’anni. Rilanciarla adesso non è proprio una soluzione innovativa. Parlarne ha avuto come risultato il panico ovunque. La Merkel nei sondaggi sta messa malissimo e forse un miracolo potrebbe farla restare alla Cancelleria. Sarkozy ha la fiducia di un francese su quattro e le vere elezioni a Parigi sono le primarie del partito socialista. Sono ormai due leader vecchi che propongono ricette superate.Potrebbero dare un colpo di reni se riuscissero davvero a far approvare in tempi rapidi le cose che chiedono. Non solo la Tobin Tax. Ma anche il “nuovo governo dell’Europa” e l’obbligo di inserire il pareggio di bilancio come punto fondamentale della Costituzione. Per il momento, però, si tratta solo di buoni propositi senza risultati concreti. L’unico effetto che colgono è quello di spaventare i mercati. Questo vuol dire anche che non ci sono soluzioni miracolistiche per la crisi. Abbiamo tutti quanti davanti un lungo periodo di difficoltà, Bisognerà stringere la cinghia e fare sacrifici.
Invece non sembra proprio che questa consapevolezza sia molto diffusa. Lo dimostra quanto sta accadendo in Sicilia. La stagione dell’austerità, infatti, è durata veramente un attimo. Anziché di tagli si torna a parlare di aumenti di stipendio. Li riceveranno i ventimila regionali in totale difformità rispetto a quanto sta accadendo a tutto il resto del personale pubblico in Italia. La manovra, infatti, ha sostanzialmente bloccato le pensioni di anzianità nel pubblico impiego spostando di due anni il versamento del tfr. Inoltre gli stipendi sono congelati fino al 2014. Una staffilata sui portafogli degli statali ma che risparmia i dipendenti della Regione siciliana. È stato, infatti, confermato dal governo Lombardo che ci saranno i ritocchi contrattuali che inizialmente sembravano bloccati. Poco prima delle vacanze, infatti, l’amministrazione aveva annunciato che non sarebbe stato possibile applicare il nuovo contratto perché le casse erano vuote. Improvvisamente, mentre l’Italia era in vacanza, i soldi sono saltati fuori. A fare il miracolo è stato il Cipe. Ha concesso alla Sicilia i fondi Fas.
L’arrivo di queste risorse ha liberato la Regione da forti impegni sul fronte della sanità. Sono stati così trovati i soldi che servono per pagare gli aumenti. Forse una più oculata politica di bilancio avrebbe consigliato di destinare le risorse ad altri scopi. Tanto più che già questo accade a livello nazionale. Invece niente. Tutto continua come prima. Come se vivessimo ancora nel migliore dei mondi possibili. Non deve stupire, allora, se la Germania si rifiuta di accettare gli eurobond che, a questo punto, rappresentano l’unica possibilità di salvezza. Gli oppositori hanno facile gioco. Fino a poco tempo fa si diceva: perché l’operaio tedesco dovrebbe fare sacrifici per pagare le pensioni agli arzilli pensionati greci? Ora si potrebbe aggiungere: perché dovrebbe rinunciare a un pezzetto della busta paga per consentire ai regionali siciliani di averne una più pesante? Difficile dare loro torto. [email protected]
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