Giornata convulsa sui mercati. Giornata molto nervosa sul fronte della politica. Il blocco finale degli indici di Borsa ha dato la misura delle difficoltà che affliggono l’Europa. A metterle nero su bianco, in mattinata era stato Josè Barroso, presidente della Commissione europea che aveva giudicato «incompleta» e «indisciplinata» la risposta degli Stati alla crisi. Più tardi il presidente della Bce, Trichet, aveva avvertito sulla lentezza della ripresa e invitato i governi a mettere rapidamente ordine nei conti pubblici. L’ammonimento era rivolto prima di tutto all’Italia.
Come fare? La ricetta è contenuta nel documento che Confindustria e sindacati hanno presentato al governo. Si parla di pareggio di bilancio ben prima del 2014, taglio dei costi della politica, sblocco degli investimenti pubblici, semplificazione nella pubblica amministrazione, riforma del mercato del lavoro. Traguardi che non possono più essere rinviati. Bisogna agire qui e subito. Anche per decreto come suggerisce il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. Quanto accaduto ieri sui mercati dimostra che la speculazione ha cominciato ad allargare l’ampiezza dei suoi artigli. L’obiettivo è quello di far saltare l’euro per lucrare grossi guadagni dal commercio delle macerie. Ecco perché serve uno scatto di orgoglio. La forza di reagire contro i guastatori del risparmio e della stabilità. Perché da questa crisi si esce tutti insieme o si perisce tutti insieme.
Non c’è più spazio per i giochi della politica. Di fronte all’emergenza è necessario ritrovare coraggio e compattezza. Anche a costo di sacrifici gravi per salvare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Ma serve coesione. L’opposizione deve smettere di chiedere continuamente le elezioni o il cambio della guardia a Palazzo Chigi. Il governo deve avere la determinazione per intervenire. I tatticismi della politica portano solo verso il baratro. In fondo al precipizio, però, non ci saranno vincitori né vinti. Avrà perso l’Italia. Avrà perso l’Europa.