Caro direttore, sono una ragazza di 26 anni da poco rientrata a Palermo dopo tre anni trascorsi a Milano per lavoro. Sapevo che il mio rientro non sarebbe stato facile, la gestione "settentrionale" della capitale italiana dell'economia (non così umanamente fredda come si pensi) e una dose di buona educazione abitua i suoi cittadini ad una discreta serenità collettiva stradale. Un aspetto tra tanti mi ha particolarmente portata indietro nel tempo e ricordato cosa vuol dire circolare a Palermo: essere un pedone. Questa città dopo il mare, i monumenti e Santa Rosalia è ahimè famosa per il traffico, ma camminare per le vie di Palermo e attraversare un incrocio senza semaforo fa di un pedone un cono usato per fare slalom per le vie cittadine. In questi giorni ho visto palermitani alla guida compiere delle acrobazie degne di un gran premio, pur di evitare di rallentare e permettere alla gente per strada di poter attraversare. Questo, unito ad una velocità eccessiva e ad un uso smodato del clacson mi fa porre delle domande: siamo sicuri che sia Milano la città grigia e fredda dove tutti corrono e hanno fretta? Non sarebbe il caso di tappezzare Palermo di telecamere e fare delle meritate multe ai piloti? Affinchè il traffico non si plachi, quante vittime per strada dobbiamo ancora contare?
Valeria Presti, Palermo
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