Entro il 2015 i treni ad alta velocità percorreranno la tratta Roma-Milano in due ore e venti minuti a fronte delle attuali tre ore. È quanto ha annunciato l'amministratore delegato del Gruppo, Mauro Moretti, nella presentazione del nuovo piano industriale. Grazie ai previsti interventi migliorativi sulla rete ed all'entrata in servizio di nuovi treni, sarà possibile raggiungere velocità nell'ordine dei 360 km/h. È una buona notizia per il nostro Paese; la integrazione e la velocità dei trasporti rappresentano un potente fattore di stimolo delle economie moderne. Al «compiacimento» per il Paese, si accompagna però lo «scoramento» per la Sicilia. Chiunque volesse misurarsi in un improbabile confronto tra la Sicilia ed il centro nord del nostro Paese, scoprirebbe una triste verità. Abbiamo provato ad interrogare il sito ufficiale di Trenitalia, immaginando di dovere raggiungere Catania con partenza da Palermo alle ore otto del mattino. I collegamenti proposti nella fascia oraria indicata sono cinque. Il più veloce (ovviamente si fa per dire) dei treni disponibili, impiega 4 ore e 37 minuti. Il meno veloce 5 ore e 30 minuti. La media è molto vicina ai 60 km/h. La Sicilia, che pure sfiora il 10% della popolazione italiana, può "vantare" appena il 2% del doppio binario elettrificato esistente in Italia; non parliamo neanche di alta velocità ferroviaria. Questo Paese, lo ha ricordato autorevolmente il Capo dello Stato, o si salva tutto insieme o affonda tutto insieme. Nessuno pensa di frenare il centro nord; ma nessuno può ragionevolmente pensare di "fare" senza il sud. Siamo alla vigilia (annunciata) del tanto atteso piano per il sud; per quanto riguarda la nostra regione una delle opere previste è una nuova linea veloce ferroviaria tra Palermo e Catania. Vedremo. Certo, non si può ignorare che in tutto il Paese, comprese le regioni a statuto speciale, le grandi infrastrutture ferroviarie le ha realizzate lo Stato, tranne che in Sicilia. Ma la Sicilia non ha mancato di dare il proprio "generoso" apporto al festival dell'inadeguatezza. Un Paese (l'Italia), una parte importante di esso (il Mezzogiorno) ed alcune aree più critiche (la Sicilia), vivono al disopra delle proprie possibilità. Ignorare questa evidenza forse potrebbe servire a mettere al riparo i siciliani da una traumatica realtà ma, senza incidere sulla soluzioni, alla fine avvicinerebbe la crisi finale. L'area che meglio si presta per una politica di rilancio del sud è quella dei servizi pubblici; un esempio a caso: i trasporti.