Gentile Oliviero Toscani,
avendo letto sui giornali le aspre dichiarazioni da lei rilasciate sulla breve esperienza come assessore al comune di Salemi, mi sono sentita in dovere di intervenire. Prima di tutto come siciliana. Amo la mia terra e ne scopro, giorno dopo giorno, le potenzialità e le risorse. Osservo con attenzione i progressi, la crescita culturale ed economica di alcune zone della nostra Isola. Questo per merito di quei siciliani che, lontani da ogni logica affaristica e mafiosa, operano per il bene della Sicilia.
Ma è soprattutto da ex amministratore della Provincia di Trapani che voglio replicare alle sue dure affermazioni.
Ha detto che nella nostra Isola è impossibile lavorare. Ha parlato di un “sistema Sicilia” che a Salemi è granitico, incancrenito. Un sistema che “la gente sopporta”. Le cose non stanno così, caro Toscani. C'è infatti una Sicilia che contrasta questo sistema. Sono stata presidente della provincia regionale di Trapani per sette anni e le assicuro che mi sono sempre battuta contro ogni sopruso e interesse mafioso con successo. Ho dimostrato con i fatti che in Sicilia è possibile fare progetti sensati, ottenere finanziamenti pubblici e realizzarli in tempi europei. Per farle qualche esempio, voglio ricordare l'apertura e la ristrutturazione dell'aeroporto di Birgi, la funivia di Erice, gli interventi ad Alcamo marina, il ponte sul Sossio a Marsala, il ponte sul fiume Arena, il dragaggio dei porti, e poi ancora scuole e strade... Opere attese da 40 anni e che, solo con un concreto impegno, sono state portate a termine.
In virtù di questa mia esperienza mi avete contattato e chiesto di fare l'assessore nella vostra giunta a Salemi. Nonostante avessi il massimo rispetto nei confronti vostri e delle vostre professionalità, sono stata chiara: in quella occasione ho detto che non avrei potuto fare parte del gruppo perché eravate arrivati al governo della città sostenuti da Giammarinaro. Io sono sempre stata dalla parte opposta a quella espressa dallo stesso Giammarinaro.
Lei ha definito la burocrazia siciliana come la vera mafia, come “un sistema granitico del quale a Salemi Giammarinaro è certamente un punto di riferimento”. Mi sono più volte scontrata apertamente con la realtà cui fa riferimento ed ho ottenuto importanti successi. Oggi sono deputato regionale. Questo traguardo è la migliore risposta alle sue parole: in Sicilia si può lavorare lontano da certi personaggi e certe logiche per il bene dell'Isola e conseguire ottimi risultati.
A questo proposito le confido la mia amarezza per il mancato intervento da parte dell'assessore regionale Massimo Russo, verso cui nutro stima e fiducia, nei confronti del sistema sanitario trapanese. Quello stesso sistema che, come è emerso dalle recenti indagini, sarebbe regno incontrastato di Giammarinaro. Lì serve un intervento che con forza e determinazione smantelli il potere mafioso sulla Sanità, dando chiari segnali di discontinuità. Su questo fronte, le assicuro, la mia battaglia non si fermerà.
Nell'intervista da lei rilasciata alla stampa parla dell'esperienza siciliana come di un incubo. La Sicilia si è risvegliata da tempo, caro Toscani. Spero che le mie parole e la mia esperienza possano a loro volta risvegliarla dall'incubo e aprirle gli occhi su quella gente che in Sicilia si ribella e resiste perché è consapevole. La presenza di persone come lei è importante per la nostra Isola a patto che scelga di stare con la parte giusta.
Caso Giammarinaro, Adamo scrive a Toscani
C'è una Sicilia che contrasta il "sistema". Si può lavorare lontano da certi personaggi e certe logiche per il bene dell'Isola e conseguire ottimi risultati
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