Se il Palermo è questo Maurizio Zamparini avrebbe dovuto ingaggiare non Serse Cosmi, un allenatore, per sostituire Delio Rossi; piuttosto avrebbe dovuto rivolgersi a un esorcista. A qualcuno capace di scavare nel fondo delle coscienze di ogni singolo rosanero per trovarvi l’ombra del maligno. Che in termini calcistici vuol dire l’abulia, l’assenza di autostima e soprattutto la difficoltà di immaginare un progetto comune. Chissà quanto peserà ancora il 7-0 contro l’Udinese nella testa e nelle gambe dei rosa, per quanto visto a Roma s’annuncia una lunga convalescenza.
All’Olimpico Cosmi, che in fondo ha ben poco da perdere in questa avventura avendo trovato un gruppo non suo e allo sbando, ha provato a dare un diverso assetto alla squadra, potenziando l’argine centrale in difesa. Difatti i gol sono arrivati entrambi dal centro per errori individuali da categorie inferiori. In compenso, per inserire Andelkovic e poi ancora Migliaccio, ha tolto un uomo in mezzo al campo rinunciando a sostenere la fase offensiva. Riproponendo i problemi di Napoli e Bologna. Perché una cosa è giocare con Matuzalem e Ledesma, un’altra è affidare il compito di impostare a Nocerino e Migliaccio. Pensiamo che prima o poi (forse già a Genova) il nuovo tecnico si chiederà se ha un senso rinunciare a un buon centrocampista (o a un trequartista) per inserire un difensore un po’ meno buono. Il «surplus» di qualità a Roma avrebbe dovuto garantirlo Ilicic, che è tutto fuorché un centrocampista. Nel Maribor faceva la scheggia a destra, e quando doveva ripiegare sbuffava. Del resto nella sua squadra slovena Josip era la stella di prima grandezza e poteva permettersi di tutto. Rossi provò contro il Lecce a schierarlo mezzala e poi ci rinunciò. Evidentemente un motivo c’era. O meglio, forse nel tempo Ilicic potrebbe anche giocare in mezzo al campo, ma non è cosa che si può realizzare dall’oggi al domani e in condizioni mentali tanto difficili.
Già, quello che preoccupa oggi sono le condizioni mentali di questa squadra, che è stanca e forse non vede una prospettiva all’orizzonte. L’unica certezza è che con quaranta punti si può giocare tranquilli, ma la mancanza di tensione può portare a clamorosi rilassamenti in attesa del futuro. La partenza di Rossi potrebbe avere chiuso infatti molte storie e non è difficile immaginare una rivoluzione a tutto tondo. Ci sarà tempo per definire colpe e meriti, solo dopo un bilancio definitivo della stagione sarà possibile provarci. Quello che ci sentiamo di dire oggi è che nessuno ha dato il massimo. Zamparini ha probabilmente rotto il giocattolo col suo temperamento, ma possiamo dire nello stesso tempo che questo è accaduto perché molte scelte estive furono infelici. Scelte che vedono convolti Zamparini, Sabatini e lo stesso Rossi. Oggi nessuno può dire: io non c’ero...
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