Amia Essemme contro gli spazzini assenteisti: l’auspicio è che si tratti di una lunga primavera e non di una sola rondine. Fuor di metafora: che si vada avanti con rigore e non in un’azienda soltanto.
Nell’amministrazione comunale in senso lato (aziende, ex Lsu, precari ecc.) molti lavorano poco. Certo, tanti fanno il loro dovere. Ma sono continui i segnali di assenteismo che arrivano da quell’universo. Davanti a tali abusi, l’amministrazione ha il dovere di sanzionare i dipendenti inoperosi. Anche per proteggere il contribuente, che con le tasse paga questi stipendi. L’impressione è un’altra. A questi provvedimenti si arriva dopo che per lunghi periodi il personale si è assentato dal lavoro. Perché mai si è atteso tanto? Chi doveva sorvegliare? Cosa avviene negli uffici comunali e nelle altre aziende?
Resta aperta una questione cruciale, da inserire fra le priorità dell’agenda politica. Non è accettabile che il contribuente debba essere colpito due volte. La prima con sempre più cospicui prelievi fiscali, per sopportare il peso di un organico superiore alle esigenze. La seconda con un gap sui servizi, colpa di un personale che non lavora adeguatamente. La priorità dell’amministrazione deve essere quella di utilizzare al meglio i dipendenti. Di rendere noto, con trasparenza, quanti sono i lavoratori a foglio paga, cosa fanno. Quanti in esubero. E come si intende utilizzarli. Affinché per la gente al danno del costo del personale non si aggiunga la beffa della sua inefficienza.
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