Palermo si prepara al voto di domenica prossima (12 giugno) in un clima di forte tensione, segnato dalle polemiche per l’impegno dei due condannati per vicende di mafia, Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro - in sostegno di Roberto Lagalla (centrodestra) - e per l’arresto di oggi di un candidato nella lista di Forza Italia per voto di scambio politico-mafioso: Pietro Polizzi. Per i partiti, la fine dell’interregno di Leoluca Orlando, che dal 1985 è stato sindaco per sei volte e ha guidato il Comune per vent’anni negli ultimi trenta, rappresenta un test rilevante per tanti motivi, a cominciare dagli equilibri interni alle due maggiori coalizioni, pronte a lanciarsi all’indomani dell’esito delle amministrative in un’altra sfida, altrettanto cruciale: le elezioni regionali d’autunno. Due le incognite sul voto: l’astensionismo e la concomitanza con la finale di ritorno - proprio domenica alle 21.15 a votazioni in corso - che la squadra di calcio del Palermo disputerà al ’Barberà col Padova (andata 0-1) di fronte a 35mila spettatori per la promozione in serie B. Sei i candidati sindaco in corsa nel capoluogo. Il centrodestra è riuscito - non senza fatica - a trovare l’unità attorno a Roberto Lagalla, appoggiato da nove liste: Forza Italia, Lega-Prima l’Italia, Udc, FdI, Ncl, Dc Nuova, Alleanza per Palermo (autonomisti), Lavoriamo per Palermo Lagalla sindaco e Moderati per Lagalla sindaco. Per l’area progressista il candidato è Franco Miceli, con quatto liste: Pd, M5s, Sinistra ecologista e Progetto Palermo che fa riferimento a Miceli. Azione, +Europa e le liste civiche «E tu splendi Palermo» e «Rompi il sistema (candidati under 25) corrono con Fabrizio Ferrandelli. In corsa anche l’eurodeputata Francesca Donato (ex Lega), Rita Barbera (lista civica, con Potere al Popolo) e l’indipendentista Ciro Lomonte. Centrodestra spaccato a Messina, dove Lega-Prima l’Italia appoggia il candidato di Sicilia Vera (movimento dell’ex sindaco Cateno De Luca in corsa per fare il governatore dell’Isola) Federico Basile; il resto della coalizione è schierato con Maurizio Croce. Franco De Domenico è il candidato sostenuto dall’area progressista, gli altri due sono Salvatore Totaro (Futuro trasparenza e libertà) e Gino Sturniolo (Messina in Comune). Sono 120 in totale i Comuni in Sicilia che andranno al voto, 107 con il sistema maggioritario (fino a 15 mila abitanti) e 13 con quello proporzionale: in questo caso sarà eletto sindaco chi otterrà almeno il 40% al primo turno altrimenti si andrà al ballottaggio il 26 giugno. I consiglieri comunali da eleggere sono 1.520 e le sezioni elettorali sono 1.747, coinvolti 1.710.451 di abitanti, di cui 900.823 anche per le elezioni dei presidenti di circoscrizione e dei consigli circoscrizionali (657.561 a Palermo e 243.262 a Messina). Nella sola città di Messina, oltre che per i 5 referendum sulla giustizia, si voterà anche per il referendum sull’istituzione del nuovo Comune Montemare, formato da dodici villaggi della fascia collinare e costiera tirrenica del capoluogo. Le urne saranno aperte solamente domenica, dalle 7 alle 23. L’elettore può esprimere una o due preferenze della stessa lista, ma di genere diverso: una femminile e una maschile. Il voto espresso per una lista si estende al candidato sindaco a essa collegato e non viceversa: il cosiddetto «effetto trascinamento». Prevista anche la possibilità del «voto disgiunto», che rende libero l’elettore di votare separatamente per un candidato sindaco e per una lista a questo non collegata. Le operazioni di scrutinio si svolgeranno in due fasi: domenica sera dopo la chiusura delle urne si procederà con le schede sui referendum mentre lo spoglio per le amministrative inizierà il giorno dopo, lunedì 13 giugno, a partire dalle 14.