"Premesso che l'indagine è in una fase preliminare ed esiste comunque un segreto istruttorio, posso tuttavia fare un ragionamento più generale: io ho qualche difficoltà ad accettare l'idea che il tema della sicurezza pubblica stradale sia rimesso nelle mani dei privati". Lo dice il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, in un'intervista al Corriere della Sera.
"La filosofia del nostro sistema - aggiunge - vede oggi uno Stato espropriato dei suoi poteri, una sorta di proprietario assenteista che ha abdicato al ruolo di garante della sicurezza. Come se avesse detto al privato, veditela tu". Cozzi rileva: "Nel momento in cui lo Stato abdica alla funzione di controllo ci vorrebbe almeno un'agenzia terza che garantisse la sicurezza, non il concessionario stesso. Credo che il crollo del ponte Morandi porti a ripensare tutta la materia".
"Nel momento in cui è stata decisa la privatizzazione delle autostrade, lo Stato si è ritagliato un ruolo riguardante soprattutto il controllo del rapporto fra investimenti e ricavi, il giusto prezzo dei pedaggi, l'inflazione... Meno la sicurezza delle infrastrutture", osserva. Nonostante il ruolo marginale, potrebbe avere delle responsabilità? "Dobbiamo analizzare bene la materia. Cercheremo di capire quali sono esattamente i poteri degli organi di controllo del ministero, anche se temo che siano molto blandi - spiega -. Il concessionario è come se fosse diventato il proprietario delle autostrade, non l'inquilino che deve gestirle".
E quindi le maggiori responsabilità sono in capo al concessionario, cioè Autostrade? "Chiaro - afferma -, maggiori poteri, maggiori oneri, maggiori responsabilità (non intende dire penali, ndr). E io aggiungerei anche maggiori guadagni".
Intanto, si sono concluse le operazioni di ricerca e recupero delle vittime. I vigili del fuoco, dopo 24 ore di lavoro, hanno infatti concluso l'intervento per recuperare la famiglia Cecala, il papà Cristian, la mamma Dawna e la piccola Kristal.
Concluse le ricerche dei dispersi, i vigili del fuoco continuano però ad operare tra le macerie del ponte per mettere in sicurezza l'area e bonificare tutte le zone, per poter escludere definitivamente che vi possano essere altre persone lì sotto che non erano state segnalate da nessuno.
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