Oltre duecento migranti su una nave diretta al versante della speranza nel Mediterraneo, mentre il ministro dell’Interno Salvini risponde che «non possiamo prenderne uno di più». Con il governo maltese che, sordo alle richieste di quello italiano affinché «apra i porti», si tira fuori. La vicenda della Lifeline è finora il deja-vu del caso dell’Aquarius, la nave di un’altra ong che è approdata qualche giorno fa a Valencia. Ma stavolta il capolinea del viaggio dei circa 239 migranti a bordo potrebbe essere un porto italiano.
Non sarà comunque un’accoglienza facile. Matteo Salvini e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che parlano di «nave fuorilegge», hanno ribadito il sequestro dell’imbarcazione se dovesse approdare in Italia. Un’ipotesi, quest’ultima, che con il passare delle ore sembra sempre più probabile. Nonostante la capitaneria di porto italiana abbia chiesto ufficialmente a Malta di far attraccare la Lifeline, il governo isolano non sembra essere disposto ad ascoltare e in un primo momento ha anche negato alcun contatto con Roma.
«Malta non può evitare di assumersi una responsabilità che è prima di tutto umanitaria. Ha avuto una richiesta ufficiale da Frontex, sufficiente per l'apertura del porto - tuona Toninelli. «Malta non ha coordinato le operazioni di soccorso, né siamo l’autorità competente a farlo», replica il portavoce del governo maltese.
«La disumanità di Malta è lo specchio dell’atteggiamento dell’Europa - scrive su Facebook il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli -. La Lifeline è ferma nelle acque SAR dell’isola e in grande difficoltà, con un carico di oltre 230 migranti a fronte di una capacità di accoglienza in sicurezza di circa 50 persone. Nessun altro Paese sta coordinando le operazioni, dunque le responsabilità maltesi sono ancora maggiori».
Il ministro nel suo post riproduce la nota ufficiale con la quale «il centro di coordinamento dei soccorsi di La Valletta ha rifiutato qualsiasi tipo di intervento, se non il soccorso mirato a pochi casi di prima emergenza».
«Per loro, infatti, come evidenziato nella lettera - dice il ministro - quello della nave Ong è un caso post-SAR, dunque non di imminente pericolo. Assurdo, dato che stiamo parlando di una nave con un carico circa cinque volte superiore le proprie effettive capacità».
«Ribadisco - continua il ministro Danilo Toninelli nel suo post- la Lifeline non sta navigando verso Nord, ma è ferma in acque SAR maltesi. E sta mettendo irresponsabilmente in pericolo tante vite umane. La sua presenza era stata segnalata alle autorità dell’Isola sia da Frontex che dalla Guardia Costiera italiana. I maltesi non hanno alcuna giustificazione per il loro atteggiamento».
«Danilo Toninelli dovrebbe stare ai fatti - replica il ministro dell'Interno maltese, Michael Farrugia -. Il soccorso è avvenuto nell’area di ricerca e soccorso della Libia, tra la Libia e Lampedusa. L’operazione è coordinata dall’Italia. Malta non è coinvolta».
«Una notevole responsabilità anche da parte di Lifeline che è andata contro le regole internazionali - prosegue Farrugia -, non seguendo le istruzioni di Roma», continua Farrugia, riferendosi al Comando Generale del corpo delle capitanerie di porto di Roma che coordina i soccorsi nella zona. E riguardo alla nave, scrive: "Adesso ferma in acque internazionali, rischiando una situazione delicata. Dice di battere bandiera olandese. L’Olanda dice che è semplicemente una registrazione come imbarcazione da diporto».
Con molta probabilità la nave Dattilo della Guardia Costiera - già diretta verso la nave - la scorterà fino ad un porto italiano. E anche se l’odissea per gli oltre duecento migranti potrebbe avere un esito nelle prossime ore, la bufera di polemiche non accenna schiarite. Al centro della questione resterebbe la legittimità dell’operato della Lifeline, dal punto di vista del governo italiano. «Stiamo lavorando seguendo le leggi internazionali», chiarisce Axel Steier, portavoce della Ong, il quale certifica che la nave è olandese mostrando una conferma di registrazione che lo indica. «La gente ha avuto coperte, cibo e assistenza medica dai nostri medici e infermieri - spiega - . Non abbiamo feriti gravi. Speriamo che la situazione si risolva presto».
Fino alla fine non è escluso però che la Lifeline, così come è successo per la Aquarius, possa virare per le coste iberiche: il ministero degli Esteri spagnolo è in contatto con Malta, Italia e Francia sulla vicenda.
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