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L'ammissione di Caputo nelle intercettazioni: "Detto Salvino è un modo per non perdere voti"

Salvino Caputo

PALERMO. “Salvatore Caputo, nel corso di una campagna elettorale politica fatta di menzogne, inganni, promesse di utilità di diverso tipo, ha, a prescindere dai risultati poi ottenuti, fortemente alterato il gioco politico elettorale, ledendo in concreto il libero esercizio dei diritti politici da parte dei cittadini chiamati alle urne il 5 novembre scorso, i quali sono stati orientati a un esercizio del proprio diritto in modo distorto e diverso da quello frutto di libera, cosciente, piena e autonoma determinazione”. Così scrive il gip di Termini Imerese nell’ordinanza che ieri ha portato ai domiciliari l’avvocato ed ex sindaco di Monreale Salvino Caputo e il fratello Mario.

Oltre al voto di scambio, a Salvino Caputo viene infatti contestato di aver ingannato gli elettori, facendo candidare il fratello Mario e aggirando in qualche modo la legge Serverino. Per gli investigatori e per la Procura, il ruolo di istigatori in questa vicenda l’avrebbero ricoperto due esponenti di “Noi con Salvini”: Alessandro Pagano e Angelo Attaguile. “Senti, mi devi fare una cortesia - dice Pagano a Caputo in una conversazione registrata dagli inquirenti - non possiamo prendere settemila o sei mila voti e buttarli al macero. Scusa, male che va candidi tuo figlio. Tu continui ad essere più forte di tutti. Io so già la soluzione qual è. Caputo senza fotografie e Gianluca, non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino. Punto e basta, funziona così”.

Una soluzione che sarebbe condivisa anche da Angelo Attaguile. Lo stesso giorno, sempre il 29 settembre, alle 18.13, Attaguile parla con Caputo: “Ho parlato con Alessandro, la soluzione che ha posto lui è ottima. Quella ‘detto Salvino’. Candidare tuo figlio... stare tutto così com’è e poi ci si mette ‘detto Salvino’. La tua la mantieni lo stesso. Questa candidatura, mettendoci il nome di tuo figlio. Però ci metti ‘detto Salvino’”. La scelta poi ricadde sul fratello Mario, ma la strategia fu mantenuta con cartelloni e volantini con il simbolo e il cognome.

Caputo, secondo i magistrati, non può tirarsi indietro: ha già cominciato la campagna elettorale. “Molta gente faceva affidamento su di me – dice - sul ruolo futuro... sulle prospettive che c’erano... e si sono spostati, specialmente in provincia, grandi elettori... un lavoro certosino”.

Del resto, come spiega Caputo in un’intercettazione: “Detto Salvino è un modo per non perdere voti, ci sono nei paesi gente… ci sono nei paesi persone che non sanno che non sono io il candidato, sono convinti che sono io… e quindi vanno a scrivere Salvino Caputo… che faccio ci perdo i voti?”.

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