LONDRA. Ancora un lutto nel mondo della musica internazionale e ancora una volta è un lutto prematuro: scompare ad appena 46 anni Dolores O'Riordan, voce inconfondibile dei Cranberries, rock band irlandese ritrovatasi negli ultimi anni, dopo la separazione seguita al grande successo mondiale del decennio dei '90 a cavallo fra sperimentazioni alternative, post-grunge e influenze celtiche.
Dolores, ha reso noto il suo agente, «é morta improvvisamente» a Londra dove si trovava per «una breve sessione di registrazione». Non sono state precisate le cause immediate del decesso, anche se si sa che la cantante aveva avuto problemi di salute, tanto da aver costretto il gruppo ad annullare nel giugno scorso le date d’un nuovo tour europeo che prevedeva fra l’altro tappe a Milano, Piazzola sul Brenta, Firenze, Roma e Cattolica. Allora si era parlato di «terapie» da completare, con l’auspicio di «una completa guarigione» dopo le prime notizie su «indisposizioni» circolate fin dal 2012. Ma evidentemente così non é stato. La famiglia, ha riferito ancora l'agente, é stata informata «ed é distrutta» dal dolore: chiede "rispetto della sua privacy" in queste ore «tanto difficili».
Ore difficili che coinvolgono inevitabilmente gli altri componenti della band di Limerick, i fratelli Mike e Noel Hogan, e Fergal Lawler. Una formazione nata nel 1989 tutta al maschile, ma capace di trovare l’equilibrio solo l’anno dopo, con l'ingresso di Dolores O'Riordan. Il successo vero sarebbe arrivato nel 1993, con il primo tour negli Usa e i primi brani capaci di scalare le classifiche d’oltreoceano ancor prima di sfondare in Europa. Ma soprattutto nel '94, con il secondo album 'No need to arguè e il singolo 'Zombie', vere e proprie hit - per il pubblico come per la critica - nella carriera del quartetto irlandese: roba da 16 milioni di copie vendute sui circa 35 milioni totali della storia del gruppo.
Una storia interrottasi nel 2002, dopo una serie di concerti in supporto dei Rolling Stones, proprio a causa la volontà della cantante di tentare una strada autonoma da solista, realizzata poi con alterne fortune. Ma ripresa con un Reunion Tour fra il 2009 e il 2010 e quindi suggellata nel 2012, da un nuovo disco, 'Roses'. Il primo da 'Wake up and smell the coffeè del 2001. E anche l’ultimo, se si esclude il recentissimo 'Something else' (2017), antologia di pezzi non inediti riarrangiati.
Il 2012 fu pure l’anno dell’esibizione dei Cranberries al Festival di Sanremo, sul palco del Teatro Ariston: aperta ovviamente da un’applauditissima esecuzione di 'Zombie'.
«Ci siamo ritrovati a suonare assieme nel 2009 - raccontavano in quei giorni in Italia Lawler e i fratelli Hogan, sollecitati a parlare di quel momento di rinascita - in occasione di un concerto organizzato per la laurea ad honorem che il Trinity College di Dublino aveva consegnato a Dolores. Poi una sera siamo usciti a cena e abbiamo deciso di provare a riunire il gruppo prima che fosse troppo tardi». «Non abbiamo mai pensato di rimettere assieme la band senza di lei - aggiungevano i tre - perchè i Cranberries sono qualcosa di speciale e di molto simile a una famiglia, semplicemente l’abbiamo aspettata».
Parole che riecheggiano quasi come una triste profezia, ad appena cinque anni e mezzo di distanza, segnati da altri momenti di musica in comune a dispetto della salute incerta della O'Riordan, oltre che di qualche disavventura come l’arresto della stessa cantante per la presunta aggressione a una hostess su un volo Aer Lingus fra New York e Dublino. Ma anche parole che lette oggi rappresentano il più sincero e struggente atto di omaggio a Dolores da parte dei suoi compagni d’avventura.
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