
LONDRA. Dopo quasi 24 ore dal massacro, è arrivata la rivendicazione che tutti si attendevano. L'Isis, attraverso il suo 'organo di stampa' Amaq, si è attribuito l'attentato di Londra, che sarebbe stato opera dei suoi "combattenti". Il sigillo del 'Califfato' è arrivato al termine di una giornata all'insegna delle indagini sui profili dei tre terroristi, uccisi a loro volta dalla polizia, e alla caccia ai possibili fiancheggiatori. Fattezze "mediorientali", ma di casa nella più turbolenta e degradata periferia del quadrante est della Grande Londra.
E' appunto il profilo di chi ieri - invocando o bestemmiando il nome di Allah - è tornato a far calare la paura e scorrere il sangue nella capitale del Regno Unito, con un attacco che nel breve volgere di 8 minuti ha preso di mira passanti e turisti in giro di sabato sera fra London Bridge e i locali di Borough Market: simboli della 'bella vita' londinese.
Il bilancio aggiornato dell'orrore - iniziato con un pulmino a noleggio lanciato a 80 km all'ora sui pedoni lungo il ponte di tutte le cartoline di Londra (all'imbocco del quale le autorità comunali avevano chiesto invano di mettere delle barriere), proseguito con accoltellamenti all'impazzata al grido "questo è per Allah", ripreso in un pub e in un ristorante di Borough Market e concluso con la morte di tutti e tre gli assalitori sotto il fuoco a raffica della polizia - è di almeno sette morti, oltre ai tre killer. I feriti sono una cinquantina, 21 dei quali in gravi condizioni.
Fra le vittime anche un canadese, un francese e persone di nazionalità non ancora identificata, mentre non risultano al momento italiani coinvolti. Il resto è storie di "eroi" lanciatisi contro i coltelli a mani nude, o solo con un manganello come il primo agente intervenuto, e di gente sfortunata. Incluso un ignaro passante ferito per errore da uno dei proiettili degli agenti, fischiati a decine (almeno 50) nella sparatoria finale. Il movente è il terrorismo, Scotland Yard non ha avuto dubbi fin da subito.
E sebbene non sembra ci siano legami diretti con l'analogo attacco compiuto il 22 marzo a Westminster da Khalid Masood, né tanto meno con l'attentato suicida di Manchester del 22 maggio, la pista non cambia: resta quella dell'Islam jihadista, intrecciato con deliri di violenza, odio, di chissà quale frustrazione. Un "nemico" che la premier Tory, Theresa May - non senza sospetti di "strumentalizzazioni elettorali", a pochi giorni dal voto - ha additato senza giri di parole dopo tre eccidi in tre mesi. I leader del mondo intanto s'indignano e testimoniano solidarietà. La regina prega per le vittime nella messa domenicale. La stessa May visita i feriti.
Mentre le indagini si concentrano, fra raid, perquisizioni e fermi, a Barking e a East Ham, popolosi sobborghi ai margini della swinging London. Di mira viene presa per prima l'abitazione di uno dei terroristi, descritto appunto dai tratti mediorientali: un uomo sposato con figli, non un ragazzo. I vicini, succede spesso, lo descrivono come un papà dai modi gentili. "L'ho visto giocare a ping pong con i bambini", si sorprende uno di loro, Furqan Nabi.
Sabato, a quanto pare, ha invece puntato persone a caso come birilli. E con i due complici ne ha sgozzate altre in un'orgia di sangue. I killer sono stati ovviamente tutti identificati (uno di loro, racconta un residente di Barking, sarebbe stato cacciato dalla moschea locale), ma la polizia mantiene il riserbo sull'identità per non compromettere le indagini. Anche alcuni fiancheggiatori del terzetto potrebbero avere le loro radici nella stessa area, come non ha escluso il numero 2 di Scotland Yard, Mark Rowley, confermando finora 12 arresti, 8 uomini e 4 donne.
Non una zona facile, divisa com'è fra figli di immigrati, con forte presenza musulmana, e un sottoproletariato bianco che talora vota per i fascistoidi del British National Party. Da quelle parti una spedizione di islamici ultrà partì per andare a sputare nel 2010 sul feretro d'un soldato caduto in Afghanistan. E divamparono scontri duri nel pieno dei disordini razziali del 2011. Il posto adatto, se si cerca un nemico.
ARRESTI E PERQUISIZIONI - La polizia londinese ha fatto irruzione questa mattina verso le 4:00 locali (le 5:00 in Italia) in altre due abitazioni in un quartiere nella zona est della capitale (a Dagenham) in relazione all'attacco terroristico di sabato sera: lo scrive il Mail online. Alcune persone sono state arrestate. Un testimone ha detto al giornale di avere sentito una forte esplosione seguita da colpi di arma da fuoco.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nella prima reazioni in pubblico agli attacchi di Londra, ha sottolineato la sua "determinazione, piu' forte che mai, a proteggere gli Stati Uniti e i suoi alleati da un nemico codardo che ha dichiarato guerra alla vita innocente, da troppo tempo".
LA PRIMA VITTIMA UNA CANADESE - E' canadese la prima vittima identificata pubblicamente con nome e cognome fra le sette persone che hanno perso la vita nell'attacco terroristico di sabato sera a Londra. Si chiamava Christine Archibald, secondo quanto riferito dalla sua famiglia in una breve dichiarazione inviata alla Ctv, emittente del Canada, e rimbalzata poi sui media britannici. La famiglia esprime il suo dolore e ricorda il lavoro di "Chrissy" in un ospizio per senzatetto prima del trasferimento in Europa per raggiungere il fidanzato.
6 Commenti
barbara
05/06/2017 09:34
Il Presidente USA Donald Trump, ha ragione ad insistere per il bando contro gli islamici: dovrebbe essere fatto in tutto l'occidente
giovanni
05/06/2017 14:22
Peccato che il presidente usa a già fatto un passo indietro su quel decreto, informati
Gb
05/06/2017 18:07
Ha*
G
05/06/2017 12:11
Bravo Trump! La coerenza dov'e'? Arma fino si denti l'Arabia Saudita depositaria dell'interoretazione piu' violenta ed estremista cui si ispirano i terroristi. Tratta e fa affari con un paese dove le chiese sono proibite e ms un cristiano sorpreso con una bibbia può essere decapitato! Io in quel paese non avrei mai messo un piede, figurati farci affari! Gli arabi per lui sono pericolosi o meno a seconda della consistenza del loro portafoglio.
Nino
05/06/2017 13:39
Se l'isis si potesse fermare, credo che Trump andrebbe ovunque. Ha già dichiarato di voler incontrare il folle dittatore nord coreano che gioca con le armi nucleari e che potrebbe rappresentare un estremo pericolo per il mondo. In Arabia Saudita Trump ha dichiarato più volte che non è contro l'islam ma contro i terroristi e ha esortato i Sauditi a combatterli.
isidoro bonadonna
05/06/2017 15:37
g. ti dovresti educare.ad armare l Arabia Saudita non sono solo gli USA ma anche paesi europei come la Germania e anche l Italia.Gli USA hanno cominciato con Jimmy Carter ad armare i Sauditi.Obama e Billy Clinton sono stati quelli che hanno venduto piu armi e non solo a i Sauditi.Trump ancora non si e espresso in materia non nutrendo molto fiducia sulle politiche economiche degli Arabi.Il viaggio da lui intrapeso ultimamente e stato fatto per rinegoziare i trattati presi da i suoi predecessori.
Nino
05/06/2017 13:32
La stessa sera della tragedia, quando ancora non vi erano rivendicazioni, i siti che si richiamano all'isis festeggiavano e brindavano mentre i corpi di quegli innocenti, barbaramente strappati alla vita, erano ancora caldi. A questi macellai islamici non interessa tanto che siano loro a portarci la morte in casa. Certo sono più contrenti ed inneggiano al loro dio quando lo fanno ma alla fin fine il loro obiettivo è annientarci in un modo o nell'altro e non si fermano nemmeno davanti ai bambini . Finalmente la Premier inglese May annuncia un giro di vite , ha preso coscienza che abbiamo esagerato con l'accoglienza e con l'integrazione ad ogni costo. Ma erano necessari queste centinaia di morti ammazzati dai fanatici dell'islam per capirlo? Non era ovvio cosa stava e sta accadendo? Mentre noi stendiamo tappeti rossi agli immigrati soprattutto di fede islamica, loro ci riducono a brandelli. Le sinistre hanno la responsabilità di tutto ciò, sono loro che hanno annullato confini e frontiere, sono loro che puntano al tanto peggio tanto meglio e all'azzeramento dell'identità nazionale e delle comuni radici europee.
barbara
05/06/2017 14:04
Infatti, dovrebbero essere chiuse tutte le moschee e bisognerebbe espellere tutti i musulmani
Pietro
05/06/2017 13:36
Noi ci lamentiamo tanto del sistema sicurezza Italia ma in Francia ed in Inghilterra perché non hanno espulso questi potenziali terroristi che andavano in giro con la bandiera dell'isis? Erano conosciutissimi e non hanno fatto nulla! Che schifo!
isidoro bonadonna
05/06/2017 15:41
il giorno in cui chiuderanno i confini italiani si vedra un ondata di terrorismo islamico senza precedenti.La Sicilia adesso non e altro che un focolaio di estremisti mussulmani.
barbara
05/06/2017 20:31
isidoro bonadonna, purtroppo tutta l'Italia è in queste condizioni
Totonno
05/06/2017 18:36
Mi pare che l'articolo sia incentrato sull'ultimo, ennesimo, massacro di occidentali ad opera di terroristi islamici, e non su Trump. Rimanendo quindi in tema, vorrei osservare che quel simpaticone del Sindaco di Londra ha dichiarato che, malgrado sette morti e una cinquantina di feriti, tutto va bene non c'è motivo di preoccuparsi. Ha perfettamente ragione. Lui, infatti, da musulmano, non corre nessun pericolo.
Totonno
05/06/2017 18:53
Concordo in pieno col Sig. Bonadonna. I terroristi di tutte le salse e di tutte le specie non credono alle loro orecchie sentendo che esiste nel mondo uno (pseudo) Stato che apre le porte, anzi spalanca portoni, a chiunque voglia venire. E ciò senza fare alcuna domanda e senza alcun controllo! Per incredibile e assurdo che ciò possa sembrare è la realta quotidiana di cui tutti siamo muti e attoniti testimoni. Perchè turbare questa insperata zona franca che continua imperterrita dal 2011 e che nessuno (tranne i soliti populisti, fascisti, razzisti) accenna minimamente a volere interrompere? Forse che si uccide la gallina dalle uova d'oro?